Il Commento

TCDSB: Cattolico
che esclude i Cattolici

TORONTO – Giovedì sera alle 19 il Comitato per la realizzazione e il benessere degli studenti, l’educazione cattolica e le risorse umane del TCDSB ha ricevuto alcuni rapporti annuali “per l’informazione del Consiglio dei Trustee”. Il nome del Comitato è invitante. I rapporti, non tanto. Ricordano un manuale di critica al sistema educativo “progressista” in fallimento dell’Ontario (il woke dell’epoca) di tre generazioni fa: So Little for the Mind (Così poco per l’intelletto), 1953, di Hilda Neatby.

Il secondo di questi rapporti, Comunicazione e Coinvolgimento della Comunità, dovrebbe destare preoccupazione ai trustee. Questo è un anno elettorale; e questo è un consiglio scolastico cattolico. Per chiarire le cose, il Provveditorato attrae circa 1,5 miliardi di dollari all’anno perché la Costituzione garantisce ai cattolici il proprio sistema educativo ‘finanziato con fondi pubblici’.

Per ulteriore chiarezza, ciò significava che inizialmente i contribuenti comunali cattolici potevano “indicare le loro tasse [sulla proprietà residenziale]” per pagare la propria istruzione. A meno che un proprietario non lo abbia espressamente richiesto, tali tasse per impostazione predefinita vanno automaticamente al sistema “Pubblico”.

Un cattolico qualificato (battezzato, certificato) può scegliere di aderire al sistema cattolico e tutto ciò che esso rappresenta. Niente obbliga i cattolici a farlo, se non vogliono l’educazione cattolica per i loro figli. Se sono indifferenti, o contrari, ai valori cattolici, indicano un “reindirizzamento” delle loro tasse all’altro consiglio. Non può succedere in una situazione inversa, se un genitore non è cattolico – lui / lei gode già dell’alternativa.

Le ragioni sono tanto legali quanto logiche. Come cattolico, uno può esercitare i diritti confessionali costituzionali. Non ci sono costi aggiuntivi per il dissidente o per i non cattolici. La libertà di religione nel quadro costituzionale non comporta oneri finanziari aggiuntivi.

Per i trustee, gli amministratori e gli insegnanti cattolici, l’onere è l’adempimento dell’obbligo di mantenere e promuovere la cattolicità del sistema. Per quanto riguarda i genitori cattolici, essi godono del diritto di rafforzare la trilogia scuola-casa-chiesa che sostiene l’etica e i valori peculiari della loro fede, giusti o sbagliati.

Immaginate la validità di una strategia di Comunicazione e Community Engagement del Provveditorato se dovesse escludere uno degli altri due partner. Questo Provveditorato lo fa. Delle 75 opportunità di apprendimento ed eventi culturali elencati nell’Appendice A, nessuno ha coinvolto una parrocchia, un parroco locale o la Diocesi. Il TCDSB è il consiglio scolastico cattolico.

Eppure, trentacinque dei settantacinque impegni (47%), direttamente o indirettamente, hanno coinvolto tre gruppi: Afrocanadesi, Aborigeni First Nations ed Equity. Il rapporto non dice quanti hanno partecipato. Né indica come qualcuno dei 75 abbia portato, o accresciuto, valore al sistema. Né in effetti c’era un’indicazione di un processo di monitoraggio per garantire che i “dichiaranti” rimanessero fino alla fine. Come giudicheranno l’efficacia i trustee del Comitato?

Presi insieme, come collettivo, il personale e gli studenti del TCDSB si aggirano intorno alla cifra di 100.000 persone, esclusi i genitori. Non può essere chiedere troppo.

Il rapporto è “più generoso” con i numeri nel confronto delle visualizzazioni sui social media e dei Mi Piace per illustrare gli sforzi del Dipartimento delle Comunicazioni nel migliorare la reputazione del TCDSB, ecc. Hanno parecchio da fare. È più un esercizio pacchiano di fatua auto-indulgenza. Ad esempio, senza identificare un punto di partenza, cantano vittoria per l’aumento del 52% dei commenti positivi sulla stampa e sui media riguardo al Direttore e le 30 storie che hanno raccontato (solo la metà era apparentemente abbastanza tempestiva per essere trattata) ai media.

Ovviamente evitano di leggere il Corriere Canadese, l’unico media laico/critico i cui seguaci sono cattolici.

Forse con una buona ragione. Non vediamo valore nel diffondere immagini piene di odio o diffondere il seguente pontificato nei loro seminari per educatori: “…l’attuale sistema sociale, economico e politico è stato fondato su un razzismo sistemico e istituzionalizzato […] il sistema lavora per prendere di mira i neri e in particolare i maschi neri per il trattamento differenziato e ineguale nel sistema educativo, nel mercato del lavoro, nel sistema della giustizia penale, negli alloggi e nei media (la rete del razzismo anti-nero) solo per citarne alcuni”.

Forse ingenuamente pensavamo che il cattolicesimo, nella sua essenza, e attraverso i suoi riti, miri proprio all’eliminazione di tali barriere. Come può sopravvivere il “sistema” se trustee e amministratori tralasciano un elemento fondamentale della trilogia, anche se intaccano il diritto dei genitori e della famiglia, un altro dei tre partner?

È un anno elettorale. Gli amministratori e trustee woke escludono i cattolici in casa loro.

PER LEGGERE I COMMENTI PRECEDENTI: https://www.corriere.ca/il-commento/

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