Canada

Flop Budget 2024, altri due sondaggi confermano: no degli elettori

TORONTO – Nulla da fare: questo Budget 2024 proprio non piace ai canadesi. Martedì era stata la Ipsos, con il primo sondaggio post Manovra, a registrare la bocciatura netta degli elettori riguardo la nuova legge di bilancio liberale.

Ieri sono state pubblicate altre due indagini demoscopiche che, seppur con sfumature diverse, scattano un’istantanea molto simile: la Finanziaria del governo guidato dal primo ministro Justin Trudeau fa nella sostanza in clamoroso buco nell’acqua.

Dopo Ispos, è arrivato il sondaggio della Leger, secondo il quale solo il 21 per cento degli intervistati promuove il Budget federale, con circa la metà del campione di 1.522 persone che al contrario lo giudica molto negativamente. Nonostante queste, la Leger è in grado di registrare anche alcuni elementi positivi per l’esecutivo grit. Stando al sondaggio pubblicato ieri, il 65 per cento degli intervistati pensa che il piano di spesa di 8,5 miliardi di dollari per affrontare la crisi abitativa sia una buona misura per il Paese, così come il 56 per cento ritiene che la tassazione sulle plusvalenze superiori ai 250mila dollari – che secondo i calcoli del governo dovrebbe produrre un extra gettito di poco inferiore ai 20 miliardi di dollari – sarà in grado di produrre degli effetti benefici.

Come era stato rilevato anche dalla Ispos, secondo la Leger il maggiore scetticismo nei confronti della Manovra di quest’anno si registra nelle Praterie, in particolare in Alberta.

I risultati dell’indagine online realizzata su 2.132 canadesi da Sparks Insight sono del tutto simili ai due sondaggi di cui abbiamo parlato prima.

Il 16 per cento del campione afferma che il Budget li rende più inclini a votare liberale alle prossime elezioni, mentre il 41 per cento li rende meno inclini. Confermato quindi un progressivo allontanamento e disaffezione dell’elettorato verso l’esecutivo Trudeau. Tra gli under 30, l’effetto netto è stato -4 (30 per cento in più, 34 per cento in meno). Tra gli over 30 il netto è stato di -28. (14 per cento più inclinato, 42 per cento meno inclinato).

Tra gli elettori che hanno votato liberale alle ultime elezioni, ma non hanno intenzione di votarli alle prossime, il Bilancio non è riuscito a riconquistare terreno, anzi ha avuto esattamente l’effetto opposto (il 10 per cento in più di propensione contro il 53 per cento in meno).

Un intervistato su cinque afferma che il Bilancio è stato “buono per il paese”, mentre il 34 per cento lo boccia senza se e senza ma.

Per quanto riguarda il modo in cui le persone pensano che li influenzerà personalmente, l’11 per cento ritiene che ne trarrebbe beneficio, rispetto al 28 per cento che pensa che sarebbe dannoso per loro. Tra quelli sotto i 30 anni, il 18 per cento ritiene che sarebbe utile e il 24 per cento afferma che sarebbe dannoso.

Per quanto riguarda le tasse, la metà degli intervistati (50 per cento esatto) ritiene che il budget sarà costoso per loro personalmente, mentre il 44 per cento pensa che non avrà alcun effetto e solo il 6 per cento ritiene che finirà per risparmiare denaro. Anche tra le famiglie a basso reddito, quasi la metà pensa finirà per pagare di più.

Alla domanda specifica sulla modifica dell’imposta sulle plusvalenze, una solida maggioranza ritiene che finirà per pagare di più immediatamente quando la modifica entrerà in vigore (29 per cento) o probabilmente in futuro (37 per cento).

La maggior parte di tutti i livelli di reddito ritiene che finirà per pagare di più a causa di questo cambiamento. In particolare, i giovani erano particolarmente propensi a dire che costerà loro denaro. Infine, alla domanda se l’imposta sulle plusvalenze costerebbe di più “solo ai ricchi” o finirebbe per costare di più a “quasi tutti”, ben il 71 per cento ha risposto “quasi tutti”.

Ciò include poco più della metà degli elettori liberali e il 72 per cento tra le persone sotto i 30 anni.

Nella foto in alto: il ministro federale delle Finanze, Chrystia Freeland

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