Canada

Tassi d’interesse: Bank of Canada divisa sulla data di inizio dei tagli

TORONTO – Non è più una questione di se, ma di quando. Bank of Canada, dopo due anni di politiche lacrime e sangue per riportare sotto controllo l’inflazione nel nostro Paese, si appresta ad allentare la presa e iniziare una progressiva strategia di abbassamento dei tassi d’interesse.

Gli economisti nelle ultime settimane sono divisi sulla data del primo taglio, che potrebbe avvenire già da giugno o che potrebbe essere rimandato a luglio. E questa spaccatura tra chi sposa la linea della prudenza e chi invece ritiene che i tempi siano maturi la troviamo anche all’interno degli stessi vertici della Banca Centrale canadese, come testimonia il resoconto pubblicato ieri dell’ultima riunione di aprile dove la dirigenza si è sostanzialmente divisa.

Al meeting, al quale hanno preso parte il governatore Tiff Macklem (nella foto sopra), il suo braccio destro Carolyn Rogers i vic governatori Toni Gravelle, Sharon Kozicki, Nicolas Vincent e Rhys Mendes, è stato stabilito di mantenere invariati i tassi al 5 per cento. Ricordiamo che al futuro calo del costo del denaro corrisponderà il progressivo taglio dei mutui e di tutte le forme di prestito creditizio.

“Il Consiglio – si legge nel documento – ha ritenuto che i progressi su tutti questi indicatori siano favorevoli per il probabile andamento dell’inflazione di fondo. I membri hanno poi discusso di quando potrebbero essere fiduciosi, o di quanta garanzia hanno bisogno, che l’inflazione sia sulla buona strada per raggiungere in modo sostenibile l’obiettivo del 2% e quando ci saranno le condizioni per iniziare a ridurre l’orientamento restrittivo della politica monetaria”.

Poi, la conferma che non esiste una monolitica unità vedute nei vertici della Banca Centrale. “Alcuni membri – continua il documento – hanno sottolineato che, con l’andamento positivo dell’economia, è diminuito il rischio che una politica monetaria restrittiva rallenti l’economia più del necessario per riportare l’inflazione all’obiettivo. Inoltre, il rafforzamento della domanda interna, unito alla robusta crescita degli Stati Uniti, potrebbe impedire all’inflazione core di rallentare ulteriormente, o addirittura potrebbe risalire in caso di nuove sorprese. Hanno ritenuto che fosse necessaria una maggiore rassicurazione per ridurre il rischio che i progressi al ribasso sull’inflazione core si fermassero ed evitare di mettere a repentaglio i progressi compiuti finora. Altri hanno posto maggiore enfasi sui progressi compiuti nella riduzione dell’inflazione. L’inflazione nella maggior parte dei beni e dei servizi è scesa in modo significativo. La distribuzione dei tassi di inflazione tra le componenti dell’IPC si è avvicinata alla normalità, nonostante alcuni aumenti di prezzo fuori misura e diminuzioni in alcune componenti.

Insieme agli indicatori che indicano che l’economia era in eccesso di offerta e con una proiezione dello scenario di base che mostrava che l’output gap avrebbe iniziato a ridursi solo l’anno prossimo, hanno ritenuto che vi fosse il rischio di mantenere la politica monetaria più restrittiva del necessario”.

Nei prossimi mesi vedremo se prevarrà la linea dei falchi o quella delle colombe.

More Articles by the Same Author: