Il Commento

Caveat emptor: attenzione chi ci crede

TORONTO – Questo principio di responsabilità viene illustrato in modo scioccante, grazie a Trump, nei tribunali e nei processi elettorali degli Stati Uniti, e grazie a Netanyahu, in Israele. Il Canada non è immune. Se “le cose non sono quello che sembrano”, è obbligo del consumatore sapere cosa acquista prima di spendere soldi o risorse.

Il principio “attento, acquirente” è un elemento fondante della giurisprudenza greco-romana. A mio parere, l’esperienza è stata raccontata e influenzata per la prima volta dall’incomparabile poeta greco “Omero” nella sua epica Iliade, la storia della guerra di Troia. Le immagini e le metafore del poema descrivono il disastro che colpì i Troiani per non aver “guardato in bocca ad un cavallo donato”.

Ottocento anni dopo, Virgilio, l’incomparabile poeta romano, nella sua opera Eneide, raccontò le avventure di uno dei sopravvissuti di Troia – Enea – in parte per illustrare i sacrifici necessari per ripristinare perdite che avrebbero potuto essere evitate […] se solo i Troiani avessero pensato due volte su quel cavallo.

Tornando a noi, L’Associated Press, il 16 febbraio, ha riferito della decisione del giudice di New York, Arthur Engoron, riguardo alle pratiche commerciali ‘discutibili’ dell’ex presidente Trump. Questi costeranno al “Donald” tra i 355 e i 453,5 milioni di dollari, una volta applicati gli interessi. È un po’ più di quanto i miei eredi possano aspettarsi dal mio conto bancario quando il buon Dio includerà il mio nome nel Suo appello quotidiano.

Non è questo che mi dà fastidio. Ciò che mi preoccupa è la citazione attribuita al giudice Engoron in quella sentenza: “Trump e la sua azienda probabilmente avrebbero continuato i loro modi fraudolenti […senza le sanzioni e i controlli che lui – il giudice Engoron – avrebbe imposto]”. Engoron continua: “Questo è un peccato veniale, non un peccato mortale; […] non hanno rapinato una banca sotto la minaccia delle armi. Donald Trump non è Bernard Madoff. Tuttavia, gli imputati sono incapaci di ammettere i propri errori. Engoron ha affermato che la loro “totale mancanza di contrizione e rimorso rasenta il patologico” e che “le frodi trovate qui saltano fuori dalla pagina e sconvolgono la coscienza”.

Perdonatemi, ho cominciato a confondere il banco del Giudice con l’altare e il Vicario di Cristo – senza voler mancare di rispetto. A che punto “veniale” diventa “mortale” ed a quali condizioni 453,5 milioni di dollari si qualificano ancora come veniali?

Engoron ha concluso che Trump e i suoi coimputati “non si sono assunti la responsabilità” e che gli esperti che hanno testimoniato a suo nome “hanno semplicemente negato la realtà”. Allora, cosa dire dei commercialisti e degli avvocati incompetenti degli “acquirenti”?

Non sono né repubblicano, né democratico, né americano. La questione spinosa è quella di cercare “giustificazione” per tutto davanti a un tribunale le cui decisioni possono essere predeterminate da considerazioni di parte ad hoc. Quanto somiglia, oggi, alla leadership di alcuni politici in Israele!

Bibi Netanyahu ha causato cinque elezioni in tre anni a partire da quella del 2019. Non ha accettato né le decisioni della Corte Suprema israeliana né quelle dell’elettorato: continuare a lanciare i dadi perché quel ‘raddoppia o niente’ sembra essere la sua “religione” . Al di fuori di Israele, chiunque non sia d’accordo con la sua politica fallita è etichettato come antisemita.

Sfortunatamente, in Canada non siamo tanto meno indietro. I tribunali – a torto o a ragione – sono ora la posizione predefinita per ogni disaccordo sulla politica: c’è una “…-fobia” per “spiegare” ogni argomento. Tutto ciò che ci resta da fare è assicurarci il giudice appropriato… o pregare perché ce ne sia uno disponibile.

Nelle foto in alto, Donald Trump (da Library of Congress su Unsplash) e Benjamin Netanyahu (da Twitter X – @netanyahu)

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