Canada

Tassi alle stelle, nodo
mutui per i risparmiatori

TORONTO – Il peso dei tassi d’interesse alle stelle ricade totalmente sulle spalle dei risparmiatori canadesi. La nuova stretta di Bank of Canada, che mercoledì ha alzato di un altro quarto di punto il tasso di sconto, ha già provocato delle conseguenze tangibili per i canadesi.

Già da ieri mattina i sei principali istituti creditizi canadesi – RBC, TD Bank, BMO, Scotiabank, CIBC e National Bank – hanno alzato il loro tasso di riferimento al 7,2 per cento: tradotto, da ieri sono aumentati i pagamenti per i mutui a tasso variabile, gli interessi per le linee di credito, mentre diventa molto più oneroso accendere un mutuo a tasso fisso.

La decisione del governatore della Banca Centrale canadese Tiff Macklem non era certo inaspettata. Al contrario, le previsioni della vigilia parlavano di un aumento certo del tasso di sconto, il secondo consecutivo dopo il rialzo di giugno e il decimo dal marzo 2022, data in cui Bank of Canada inaugurò la sua strategia aggressiva per rimettere sotto controllo l’inflazione. Fatto sta che il costo della vita è lentamente sceso dopo il picco dell’agosto 2022 – quando l’inflazione toccò quota 8,1 per cento – ma contemporaneamente il prezzo dei beni alimentari ha continuato a viaggiare a velocità molto più alte rispetto all’inflazione reale. E per questo Bank of Canada è intenzionata a monitorare con attenzione l’andamento dei prezzi, pronta a intervenire nuovamente sui tassi d’interesse.

La decisione della Banca Centrale canadese ha avuto ovviamente anche dei risvolti politici. Pierre Poilievre ha attaccato a muso duro il primo ministro Trudeau e il suo governo liberale, tacciandolo di essere il vero artefice delle decisioni di un organismo che dovrebbe invece essere totalmente indipendente. “Le tasse che provocano inflazione e i deficit di Trudeau hanno provocato un nuovo rialzo dei tassi d’interesse. Il mio piano invece prevede il taglio della carbon tax e un tetto alle spese per abbassare il deficit, l’inflazione e i tassi d’interesse. L’economia canadese – ha poi continuato il leader del Partito Conservatore – è uno dei Paesi più indebitati al mondo, dopo otto anni di governo Trudeau. Ora le famiglie vengono colpite da un nuovo rialzo dei tassi d’interesse”.

Purtroppo il fenomeno dell’inflazione non colpisce solo il Canada, ma anche gli altri Paesi occidentali. Ieri la Bce ha confermato l’intenzione di procedere con un ulteriore rialzo dei tassi a luglio, facendo seguito a quello già deciso nel mese di giugno.

È quanto è emerso dai verbali della riunione del Consiglio direttivo dell’Eurotower, che ha l’obiettivo di riportare intorno al 2% l’indice dei prezzi al consumo, esattamente come Bank of Canada nel nostro Paese.

Alcuni tra i membri del consiglio direttivo hanno però sottolineato che la Bce non dovrebbe porre troppa enfasi sull’inflazione di fondo, che storicamente non è stato un buon indicatore dell’inflazione futura e che non rappresenta i consumi delle famiglie.

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