Canada

Budget e polemiche premier e governo ancora una volta ai ferri corti

TORONTO – I premier e i leader dei Territori sono di nuovo ai ferri corti con il governo federale. Ad alimentare di nuovo la polemica è il Budget presentato martedì scorso dal ministro delle Finanze Chrystia Freeland (nella foto sopra): per l’esecutivo guidato da Justin Trudeau si apre un nuovo fronte, su una Manovra che nelle intenzioni del primo ministro doveva essere il primissimo tassello attraverso il quale rilanciare il Partito Liberale in vista dell’appuntamento alle urne del prossimo anno.

I premier, in particolare, non solo sono abbastanza scettici sul contenuto della Finanziaria 2024, ma criticano anche il metodo con il quale il governo federale ha messo nero su bianco la Legge di Bilancio. In una lettera inviata dal Council of the Federation, un’organizzazione che rappresenta i leader delle Province e dei Territori, i premier sottolineano come l’esecutivo federale avrebbe dovuto consultarli prima della presentazione del Budget. È mancato, a loro avviso, il prezioso input da parte dei governi locali, mentre il ministro delle Finanze ha perso l’occasione di ascoltare di prima mano le diverse esigenze e le aspettative che avrebbero potuto trovare risposte concrete nel Budget.

Insomma, cresce l’insoddisfazione verso il primo ministro Trudeau, in un momento in cui i due livelli di governo sono profondamente divisi su altri due temi chiave: da un lato resta da risolvere la grana Carbon Tax, dove tutti i premier – ad eccezione di David Eby della British Columbia – si sono schierati contro l’imposta, chiedendone o l’abrogazione o lo stop agli aumenti scattati ad aprile; dall’altro, continua la polemica sulla crisi abitativa, dove molti premier nelle scorse settimane si sono espressi contro l’intromissione di Ottawa in una questione che a loro avviso dovrebbe essere solamente di competenza delle Province e delle singole municipalità. Il primo ministro, quindi, deve fare i conti non solo con l’opposizione in parlamento, ma anche con la bocciatura del suo piano di spesa da parte dei governi locali.

Nettamente negativo il giudizio del premier del New Brunswick Blaine Higgs: “È una piattaforma di spesa senza fine che abbiamo visto negli ultimi 10 anni”, riferendosi al Budget presentato dalla Freeland in continuità con le Manovre del passato dell’esecutivo liberale.

Una bocciatura senza se e senza ma arriva anche dalla premier dell’Alberta. “I miei pensieri iniziali sul bilancio federale – ha dichiarato Danielle Smith – sono che stanno tassando troppo, spendendo troppo, indebitandosi troppo e interferendo eccessivamente negli affari provinciali”.

Eppure, il ministro delle Finanze difende con forza la Manovra di quest’anno, sostenendo che a suo avviso con questo Budget sono state gettate le basi per il rilancio dell’economia canadese dopo gli anni di grandi difficoltà iniziati con la pandemia di Covid 19. E nel farlo, cerca anche di smorzare i toni della polemica.

Secondo la Freeland il programma federale di assistenza all’infanzia negoziato attraverso una serie di accordi con province e territori ha dimostrato che la cooperazione è possibile.

Il governo federale ha anche affrontato una certa opposizione su quella che è stata forse la misura più importante rivelata nel giorno del bilancio: le modifiche alle regole fiscali sulle plusvalenze del Canada. Il governo ha proposto di aumentare il tasso di inclusione al 67% sulle plusvalenze superiori a $ 250.000 per le persone fisiche.

“L’economia del 21° secolo in cui chi vince prende tutto sta rendendo più ricchi coloro che sono al vertice, mentre troppi canadesi della classe media stanno lottando”, ha detto Freeland, aggiungendo che il governo stava chiedendo ai ricchi canadesi di pagare la loro “giusta quota”.

Ma secondo alcuni economisti, e tra questi anche l’ex ministro liberale delle Finanze Bill Morneau, questa misura alla lunga è destinata ad allontanare gli investimenti stranieri in Canada e a zavorrare l’economica in cerca di rilancio.

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