Canada

Budget federale: buco nell’acqua, i canadesi lo bocciano

TORONTO – I canadesi bocciano il Budget 2024. La primissima conferma da un’istantanea scattata dalla Ipsos in un sondaggio pubblicato ieri, secondo il quale appena il 17 per cento degli intervistati ha un giudizio positivo della Manovra presentata martedì scorso dal ministro delle Finanze, Christya Freeland.

Stando all’indagine demoscopica – la prima realizzata dopo la presentazione della Legge di bilancio – il 40 per cento dei canadesi giudica negativamente le misure che fanno parte della Finanziaria di quest’anno, mentre il 43 per cento preferisce non dare giudizi definitivi, aspettando di valutare le conseguenze pratiche del Budget nei prossimi mesi.

Secondo la Ipsos, i maggiori malumori verso la Manovra si registrano nelle Praterie: in particolare, il 63 per cento degli intervistati in Alberta boccia senza se e senza ma il Budget 2024, mentre in Saskatchewan e in Manitoba a cestinare la legge di bilancio liberale è il 53 per cento del campione. A livello nazionale, il 37 per cento degli intervistati ritiene che i provvedimenti presenti nella Finanziaria in qualche modo produrranno degli effetti negativi, mentre solamente il 10 per cento del campione pensa che il Budget porterà dei benefici concreti.

In definitiva, se questi numeri dovessero trovare conferma anche nei prossimi sondaggi, saremmo di fronte a un clamoroso buco nell’acqua da parte del governo, che proprio su questo Budget aveva scommesso buona parte delle future speranze di rimonta sul Partito Conservatore. E proprio su queste aspettative, i numeri della Ipsos sono davvero impietosi.

Stando al sondaggio, appena l’8 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere intenzionato a votare per i liberali di Justin Trudeau proprio per le misure presenti nella Legge di Bilancio, mentre il 34 per cento del campione dice di sentirsi meno portato al proprio sostegno al Partito Liberale proprio a causa della Manovra. In definitiva, il 27 per cento degli intervistati rivela di non prendere nemmeno in considerazione la possibilità di votare per i grit alle elezioni in programma nell’ottobre del 2025.

Come se non bastasse, continuano le tensioni tra il governo e le opposizioni sul fronte Carbon Tax. Il leader dell’NDP Jagmeet Singh, in particolare, sta sollevando ombre per la sua posizione sul prezzo del carbonio, rifiutandosi di dire se appoggerà o meno gli aumenti programmati.

Il prezzo federale del carbonio è destinato a salire a 170 dollari per tonnellata di anidride carbonica o equivalente entro il 2030. Singh dice che il suo partito presenterà il proprio piano, ma non sta dicendo se questo include il mantenimento del sistema attuale.

Il leader conservatore Pierre Poilievre, invece, ha fatto dell’abrogazione del prezzo del carbonio un punto focale della sua campagna, affermando che sta contribuendo al costo della vita.

Trudeau afferma che il prezzo del carbonio del suo governo rimette più soldi nelle tasche della maggior parte delle persone, riducendo al contempo le emissioni di gas serra.

Poiché entrambi i leader rimangono fermi nelle loro posizioni, Singh si è rifiutato di dire esplicitamente se sostiene o meno l’attuale quadro del prezzo del carbonio, nonostante abbia sostenuto una posizione simile sin dalle elezioni del 2019.

E sempre Singh, almeno per ora, non si è sbilanciato sul sostegno o meno del suo partito al Budget 2024: ricordiamo che i suoi voti sono fondamentali per l’approvazione della Manovra. Senza il sostegno dei deputati dell’Ndp la Finanziaria non può essere approvata, visto che conservatori e Bloc hanno già annunciato il loro no al provvedimento.

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