Canada

Si allarga il gap
tra più ricchi e più poveri

TORONTO – Aumenta il divario tra le famiglie più ricche rispetto a quelle meno abbienti in Canada. E il gap si allarga a un ritmo vertiginoso, che non ha precedenti. A dircelo è un’istantanea scattata da Statistics Canada che va a spulciare i dati relativi al primo trimestre del 2023, focalizzando la propria attenzione sul fronte del reddito familiare. Secondo i numeri di StatsCan, la maggior parte della ricchezza è detenuta da relativamente poche famiglie in Canada. I più ricchi (top 20 per cento) hanno in mano – o sarebbe meglio dire in tasca – più di due terzi (67,8 per cento) del patrimonio netto nel primo trimestre, mentre i meno ricchi (40%) non vanno oltre il 2,7%.

Ad allargare la forbice ci hanno pensato il repentino aumento del costo della vita, con l’inflazione alle stelle e il conseguente crollo del potere d’acquisto che ha colpito duro soprattutto le famiglie a basso reddito. Oltre a questo, l’aumento dei tassi d’interesse giunto al 4,75 per cento – livello più alto dal 2001 – ha contribuito all’impoverimento delle fasce più vulnerabili della popolazione canadese.

Le famiglie meno ricche tendono ad essere più giovani della media. Mentre le famiglie di età inferiore ai 45 anni rappresentano il 36,2 per cento del totale nella società canadese, attualmente costituiscono il 55,2 per di quelle meno abbienti.

Il divario nel patrimonio netto tra i più ricchi e i meno ricchi è aumentato di 1,1 punti percentuali nel primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Questo è stato l’aumento più rapido mai registrato per queste stime, che risalgono al 2010. Al contrario, il divario di ricchezza è diminuito di 1,6 punti percentuali nel biennio dal primo trimestre del 2020 al primo trimestre del 2022. Nonostante i recenti aumenti del divario di ricchezza, è rimasto inferiore nel primo trimestre del 2023 (65,1 punti percentuali) rispetto al primo trimestre del 2020 (65,6 punti percentuali).

I meno ricchi sono stati maggiormente colpiti dalle recenti pressioni economiche, poiché hanno ridotto il loro patrimonio netto del 13,8 per cento nel primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Questa riduzione ha rappresentato più del triplo del tasso di diminuzione per i più ricchi (-3,8%).

La riduzione del patrimonio netto per tutte le famiglie nel primo trimestre rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è dovuta quasi interamente al settore immobiliare (92,1 per cento). Il valore medio degli immobili detenuti dalle famiglie è diminuito dell’8,6 per cento nel primo trimestre rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Secondo i dati sui prezzi di vendita delle case, il prezzo medio nazionale per una casa residenziale ha raggiunto 686.000 dollari alla fine del primo trimestre, in calo del 13,7 per cento rispetto al primo trimestre del 2022.

Sebbene i meno abbienti detenessero e acquisissero immobili, il loro patrimonio netto medio è diminuito nel primo trimestre rispetto all’anno precedente, poiché l’aumento del debito ipotecario per finanziare tali attività (+ 23,8 per cento) ha superato l’aumento del valore medio delle loro partecipazioni immobiliari (+ 6,2 per cento). I meno abbienti hanno anche aumentato il loro debito non ipotecario del 4,6 per cento nello stesso periodo.

Il calo del patrimonio netto medio per i più ricchi è derivato interamente dalla riduzione del settore immobiliare (-9,8 per cento), mentre hanno ridotto il debito ipotecario (-0,9 per cento). In media, le famiglie più ricche sono state relativamente meno impegnate nel mercato immobiliare rispetto alle famiglie meno ricche nell’ultimo anno.

Il patrimonio netto medio è diminuito maggiormente per le famiglie di età inferiore ai 35 anni, in calo dell’8,7 per cento nel primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, rispetto a una diminuzione dell’1,8 per cento per le famiglie di età compresa tra 55 e 64 anni.

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