Canada

Il virus non molla
e le restrizioni restano

TORONTO – Meno tamponi, meno casi. Il calo di nuove infezioni registrato ieri – 887 contro le 1.184 di domenica – fa ben sperare solo per pochi secondi: il tempo di guardare il numero di test eseguiti, cioè 25.981 contro i 31.735 di domenica. Il tasso di positività, infatti, sale dal 3,2% al 3,5% in ventiquattr’ore e la media mobile dei casi giornalieri calcolata su sette giorni è ora pari a 940, in aumento sia rispetto a ieri (926) che rispetto ad una settimana fa (783).
Registrati, ieri, anche tre decessi, che portano il numero totale di morti, dall’inizio della pandemia, in Ontario, a 10.027.

Delle nuove infezioni segnalate lunedì, 373 casi riguardano persone non vaccinate, 24 parzialmente vaccinate e 64 con uno stato di vaccinazione è sconosciuto. Le restanti 426 infezioni riguardano invece persone completamente vaccinate. Gli esperti sanitari sottolineano che il numero di contagi in individui completamente vaccinati aumenterà man mano che più persone riceveranno le due dosi perché la “platea” degli immunizzati si avvicinerà sempre di più alla totalità della popolazione e perché, allo stesso tempo, la vaccinazione aiuta a ridurre il rischio di sintomi gravi ed il ricovero in ospedale, ma, evidentemente, non del tutto la contrazione del virus, specie adesso che circola la variante Omicron, molto più contagiosa, che è già stata registrata in tutte le regioni della Greater Toronto Area.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei casi di ieri, 139 sono stati rilevati a Toronto, 60 nella regione di Peel, 60 nella regione di York, 30 ad Halton e 37 nella regione di Durham. Al di fuori della GTA, le regioni che hanno riportato più di 30 nuove infezioni includono Kingston, Frontenac, Lennox e Addington (41), Middlesex-London (34), Ottawa (55), Waterloo (33), Simcoe-Muskoka (73), Sudbury (39) e Windsor-Essex (41). Tutte le altre regioni hanno riportato meno di 30 nuovi casi.

Secondo il rapporto epidemiologico della Provincia, delle 887 nuove infezioni segnalate ieri, 203 casi sono state identificate in bambini di età inferiore ai 12 anni, 66 casi in giovani di età compresa tra 12 e 19 anni e altri 258 casi in persone di età compresa tra 20 e 39 anni.

I casi attivi (e noti) in Ontario sono adesso 8.439.

Intanto ieri il vicepremier e ministro della Sanità dell’Ontario, Christine Elliott, ha messo le mani avanti alla luce della rapida diffusione della variante Omicron, annunciando che l’allentamento delle restrizioni (in primis, quelle riguardanti il passaporto vaccinale) previsto per gennaio verrà probabilmente rimandato. Elliott ha infatti dichiarato che “se questa variante di Omicron circola ampiamente e se è virulenta come lo è stata in altre giurisdizioni, dovremo prestare attenzione. Prevediamo che avremo bisogno delle restrizioni almeno per qualche mese ancora… vedremo, una volta che ne sapremo di più sulla variante Omicron”.

In base all’attuale quadro di emergenza sviluppato dal governo Ford prima della scoperta della variante Omicron, già dalla metà di gennaio del 2022 sarebbe stato revocato l’obbligo del passaporto vaccinale per entrare in ristoranti, bar e centri fitness e, dal marzo del 2022, sarebbe caduta anche l’obbligatorietà delle mascherine in luoghi chiusi. Ma quasi sicuramente ciò non avverrà. La leader dell’opposizione, Andrea Horwath dell’Ndp, esorta il governo a “mostrare una forte leadership” ed a smettere di “assecondare gli anti-vax” con quella che ha definito una rimozione prematura e pianificata del passaporto vaccinale.

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