Canada

Il ritorno della sifilide:
è boom di casi in Canada,
Usa, Australia e Uk

TORONTO – La sifilide, questa sconosciuta. Sconosciuta non soltanto perché i suoi primi sintomi sono quasi irriconoscibili (motivo per cui questo disturbo è stato ribattezzato “il grande imitatore”), ma anche perché non se ne sente più parlare da tempo. E non è un bene, visto che i casi di questa malattia a trasmissione sessuale negli ultimi anni sono aumentati esponenzialmente. È quando emerge da un servizio di Bbc.com nel quale viene evidenziata una serie di dati, a partire da quelli pubblicati ad aprile negli Stati Uniti: tra le infezioni a trasmissione sessuale (STI), i casi di sifilide hanno visto l’aumento maggiore, con un aumento del 32% tra il 2020 e il 2021 per raggiungere il numero più alto di casi segnalati in settant’anni. L’epidemia non mostra segni di rallentamento, avvertono i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), che indicano anche nuove tendenze “allarmanti” che caratterizzano questo improvviso aumento della malattia, in particolare la sifilide congenita che si verifica quando una madre trasmette l’infezione al figlio durante la gravidanza, spesso dopo averla contratta dal proprio partner. Un rischio grave, visto che la malattia può causare nati morti, morti infantili o problemi di salute per tutta la vita.
“Quindici o vent’anni fa pensavamo di essere sul punto di eliminare la sifilide”, afferma Leandro Mena, direttore della divisione di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili del CDC. “Non c’è dubbio che stiamo assistendo ad un aumento dei tassi di sifilide, tassi che non abbiamo visto negli ultimi vent’anni circa”.

E non è qualcosa che sta accadendo solo negli Stati Uniti. Come spiega ancora Bbc.com, ci sono stati 7,1 milioni di nuovi casi di sifilide a livello globale nel 2020 secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel 2022, il Regno Unito ha visto i casi di sifilide raggiungere il livello più alto dal 1948.

L’aumento dei casi è qualcosa con cui gli operatori della salute sessuale che lavorano in prima linea hanno acquisito familiarità.

“Quando ho iniziato a curare la salute sessuale nel 2005, era piuttosto raro vedere la sifilide primaria, anche in una clinica del centro città”, afferma Jodie Crossman, co-presidente della STI Foundation nel Regno Unito, dove i tassi di sifilide sono aumentati dell’8,4% tra 2020 e 2021. “Ora la maggior parte delle cliniche cittadine vedrà almeno due o tre pazienti al giorno che si sottopongono al trattamento”.

L’infezione è causata da un batterio chiamato Treponema Pallidum ed i sintomi sono divisi in varie fasi, la prima delle quali è caratterizzata da una piaga indolore nel sito di contatto o da un’eruzione cutanea. Una dose intramuscolare di penicillina è considerata il modo più efficace per trattare l’infezione che però, se non trattata, può portare a malattie neurologiche e cardiovascolari a lungo termine.

A guardare l’epidemia dispiegarsi dall’altra parte del confine Usa, in Canada, c’è Isaac Bogoch, medico di malattie infettive e ricercatore presso l’Università di Toronto. “Questa è la tendenza che si sta osservando in più Paesi in tutto il mondo”, afferma. “È molto preoccupante perché in generale la sifilide sarebbe molto facile da curare ed il trattamento è ampiamente disponibile, quindi questa situazione di emergenza riflette un crollo della sanità pubblica”.

Il Canada ha visto un aumento del 389% per la sifilide infettiva, significativamente più alto rispetto ad altre malattie sessualmente trasmissibili, tra il 2011 e il 2019.

Negli ultimi decenni, la maggior parte dei casi di sifilide sono tra gay, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Alcune parti del mondo, tuttavia, stanno assistendo a una diminuzione dei casi di sifilide tra gli uomini. Ad esempio, i tassi di sifilide infettiva in Canada sono diminuiti tra i maschi e c’è stato un aumento dei tassi tra le donne non solo in Canada ma a livello globale, che ha portato di conseguenza a tassi più elevati di sifilide congenita in molte parti del mondo. In tutte le Americhe ci sono stati 30.000 casi di trasmissione di sifilide da madre a figlio nel 2021, una cifra che i funzionari sanitari descrivono come “inaccettabilmente alta”.

La trasmissione della sifilide durante la gravidanza ad un feto può avere conseguenze devastanti tra cui aborto spontaneo, natimortalità, parti prematuri, basso peso alla nascita o la morte di un bambino poco dopo la nascita.

Negli Stati Uniti, i tassi di sifilide congenita stanno aumentando vertiginosamente. Erano 3,5 volte più alti nel 2020 rispetto al 2016 e sono aumentati nuovamente nel 2021, provocando 220 nati morti e morti infantili. E le cifre nazionali sembrano nascondere alcuni aumenti eccezionalmente drammatici in alcune parti del Paese: i medici del Mississippi hanno riferito che i casi di sifilide congenita sono aumentati del 900% negli ultimi cinque anni. I numeri più alti si registrano tra le donne nere americane e quelle ispaniche. “Ciò riflette l’iniquità ed il razzismo di fondo che abbiamo ancora nella nostra sanità pubblica e nelle infrastrutture mediche”, afferma Maria Sundaram, ricercatrice associata presso il Marshfield Clinic Research Institute nel Wisconsin. Anche i gruppi di donne più vulnerabili, come quelle che hanno perso la casa o lottano contro l’abuso di sostanze, sono fra i soggetti più colpiti dalla malattia. E molte di queste disuguaglianze sono state esacerbate dalla pandemia di Covid-19 in tutto il mondo.

“L’aumento delle malattie a trasmissione sessuale inclusa la sifilide, è probabilmente correlato ad un’interruzione delle risorse di prevenzione delle STI durante la pandemia”, afferma Sundaram. Tra le disparità che potrebbero causare questo problema ci sono l’accesso ai siti di test STI, lo stigma in corso intorno alla sifilide e le possibili barriere linguistiche. Uno studio in Brasile ha trovato un legame tra le donne nere che avevano bassi livelli di scolarizzazione e tassi più elevati di sifilide congenita. In molti casi le donne hanno difficoltà ad accedere ad un’adeguata assistenza prenatale che fornisca lo screening per la sifilide.

Un altro studio nella contea di Kern, in California, che nel 2018 rappresentava il 17% dei casi di sifilide congenita dello stato nonostante rappresentasse solo il 2,3% della popolazione dello Stato, ha identificato il ruolo dello stato di immigrazione, dello stato dell’assicurazione medica e della violenza sessuale o domestica nelle donne incinte che cercano assistenza prenatale. La metà delle donne in gravidanza o dopo il parto intervistate identificate come di origine ispanica, latina o spagnola.

Uno studio del 2020 sulla sifilide in Australia ha visto le cifre aumentare di quasi il 90% rispetto ai tassi registrati nel 2015. Sono stati identificati circa 4.000 casi di sifilide tra le comunità aborigene e delle isole dello Stretto di Torres, che costituiscono solo il 3,8% della popolazione australiana totale. E mentre è entrato in gioco un piano nazionale di test e trattamento per stabilizzare l’epidemia, gli esperti affermano che ridurre i livelli ai dati pre-epidemia richiede un livello molto più elevato di test a livello di comunità. E, anche in questo caso, si registrano problemi con le future mamme che accedono allo screening prenatale per la sifilide in alcune parti del Paese.

Prevenirla è possibile e le cure ci sono. Ma l’unico modo per contrastarla è parlarne

TORONTO – Il carovita e la pandemia hanno avuto un impatto sulle risorse sanitarie pubbliche, ma ci sono stati anche cambiamenti nel comportamento umano e negli atteggiamenti nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili che hanno probabilmente portato ad un nuovo boom della sifilide. “A metà degli anni ’90, con l’avvento della terapia antiretrovirale per l’HIV c’è stato un grande cambiamento”, spiega Leandro Mena, direttore della divisione di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili di CDC – Centers for Disease Control and Prevention. “Ora, grazie ai progressi nella prevenzione e nel trattamento dell’infezione da HIV, l’HIV è visto come una malattia cronica. Il rischio di infezione da HIV non è più un incentivo per le persone ad usare i preservativi od adottare altre strategie di prevenzione contro le STI (malattia sessualmente trasmissibili)”. Un cambiamento nella pratica sessuale è un’area che i ricercatori in Giappone hanno studiato osservando il legame tra incontri causali e casi di sifilide. Hanno concluso che l’uso delle “app” di appuntamenti era “significativamente associato all’incidenza della sifilide”, collegando l’uso delle “app” ad una maggiore incidenza di sesso occasionale non protetto. Per la maggior parte dei funzionari sanitari, il percorso per affrontare la sifilide è chiaro: abbiamo già i farmaci per combatterla poiché la penicillina rimane il miglior trattamento nonostante una crescente incidenza di resistenza agli antibiotici. Più test, una migliore sensibilizzazione per contrastare lo stigma associato alla malattia insieme ad una maggiore consapevolezza pubblica per incoraggiare pratiche sessuali più sicure hanno un ruolo importante da svolgere. Siamo creature sociali, quindi non dovrebbe esserci più vergogna in una diagnosi di STI che prendere un raffreddore: i test STI non dovrebbero dunque essere visti come qualcosa di spaventoso e giudicante, bensì come qualcosa che fa parte del benessere sessuale. Gli scienziati non sono però riusciti, finora, ad arrivare ad una singola teoria certa sul motivo per cui la sifilide sta crescendo più velocemente di altre malattie sessualmente trasmissibili. Non ci sono prove evidenti che suggeriscano che i ceppi in circolazione siano diventati più virulenti. E la resistenza agli antibiotici non è abbastanza diffusa da spiegare i picchi. Bisognerebbe, forse, soltanto parlarne di più.

Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

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