Ontario

Greenbelt, il rapporto
‘distrugge’ Ford

TORONTO – È un rapporto bomba quello del Revisore dei Conti della provincia Bonnie Lysyk “Special Report on Changes to the Greenbelt”.
La decisione del governo dell’Ontario di destinare parti della Greenbelt per l’edilizia abitativa “ha favorito alcuni costruttori”, non è stata trasparente e non ha considerato gli impatti ambientali, agricoli e finanziari. È quanto, per sommi capi, emerge dalla relazione di 95 pagine che boccia a tutto tondo l’operato del governo.

Dei 7.400 acri di terreno rimossi dalla Greenbelt, il rapporto ha rilevato che il 92% potrebbe essere legato a tre sviluppatori. Quattordici dei 15 siti sono stati proposti direttamente dal capo dello staff del ministro dei Municipal Affairs and Housing Steve Clark.

Il sito rimanente è stato proposto da un team di sei dipendenti pubblici incaricati di valutare i vari terreni.

Il rapporto ha anche rilevato che il capo del personale di Clark ha modificato, qualora la maggior parte dei siti non sarebbe stata approvata entro tali parametri, i criteri per l’idoneità del terreno e ha implementato una tempistica di tre settimane per la valutazione. Ma, alla luce di quanto emerso l’NDP ed i liberali, chiedono ora le dimissioni del ministro Clark. “È indifendibile”, ha tuonato la leader endippina Marit Stiles.

Il team, ha rilevato il rapporto, ha dovuto operare in condizioni di riservatezza rigorose che hanno impedito loro di contattare i ministeri partner, nonché i comuni e il Conservation Authorities. Sono stati ben novantatré gli accordi di riservatezza tra più ministeri firmati nel corso del progetto.

È un rapporto duro il “Special Report on Changes to the Greenbelt”, che inchioda il governo Ford, mettendo a nudo ufficialmente i favoritismi già sospettati dall’opposizione.

L’indagine relativa alla decisione del governo di Doug Ford di rimuovere 7.400 acri di terreno dalla Greenbelt per costruire abitazioni, iniziata a gennaio su richiesta congiunta di tutti e tre i leader dell’opposizione della provincia.

Quella di destinare parte del terreno protetto alla costruzione di abitazioni è stata annunciata per la prima volta a novembre dell’anno scorso. Un voltafaccia clamoroso, quello del premier, che anni addietro aveva promesso di non toccare questa zona verde della provincia. Il motivo addotto per il cambiamento improvviso è che “era necessario, come promesso dal governo, costruire 1,5 milioni di case in 10 anni”.

L’obiettivo era quello di costruire almeno 50.000 case sul terreno della Greenbelt, con inizio della costruzione entro il 2025.

Tuttavia, è stato presto rivelato che diversi grandi sviluppatori hanno acquistato terreni della Greenbelt all’epoca in cui il governo Ford è stato eletto per la prima volta nel 2018, ancor prima che fosse fatto l’annuncio. Almeno un investimento è stato effettuato nel settembre 2022, un mese prima che il governo rivelasse che il terreno rientrava tra i 15 siti destinati allo sviluppo. I costruttori, affermano i leader dell’opposizione erano stati informati in anticipo sui piani del governo.

Pur riconoscendo che Ford non era stato informato circa i siti in questione fino al momento dell’annuncio, la relazione di Lysyk mette in luce che “nel processo decisionale è mancata trasparenza, comunicazione e consultazione adeguata”. “Sebbene il popolo dell’Ontario meriti un’azione tempestiva per risolvere problemi sociali come quelli generati dal bisogno di alloggi, ciò non significa che il governo e lo staff politico non eletto debbano mettere da parte o abbandonare protocolli e processi che promuovano un processo decisionale obiettivo e trasparente basato su informazioni sufficienti, accurate e tempestive”, si legge nel rapporto che menziona diversi esempi di trattamento preferenziale nei confronti di costruttori e lobbisti.

In evidente difficoltà, ieri, durante una conferenza stampa Ford ha riconosciuto le carenze del processo, ma ha affermato che il governo continuerà a fare tutto il possibile per affrontare la crisi abitativa della provincia.

“Anche se non vacilleremo mai nel nostro impegno a costruire più case, sappiamo che possiamo migliorare – ha detto Ford – ci stavamo muovendo velocemente. Avremmo potuto fare meglio”.

Ford ha detto che il suo governo accetterà e implementerà 14 delle 15 raccomandazioni fatte da Lysyk nel suo rapporto. L’unica raccomandazione che non prenderà in considerazione è quella di riesaminare e invertire le decisioni già prese. Come dire, ben vengano le raccomandazioni, ma nessuna retromarcia.

In alto, Bonnie Lysyk

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