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L’inflazione ritorna a salire
per la prima volta da giugno 2022:
ad aprile più 4,4%

TORONTO – Torna a salire il costo della vita in Canada. La conferma è arrivata ieri dal rapporto mensile di Statistics Canada nel quale si mette in luce come l’inflazione ad aprile abbia fatto registrare un più 4,4 per cento rispetto al 4,3 del mese precedente. Si tratta quindi di una variazione minima, ma il dato rilevante è che il tasso è ritornato a crescere per la prima volta dal giugno del 2022, quando l’ondata inflazionistica che aveva travolto il nostro Paese aveva raggiunto il picco dell’8,1 per cento. Da quel momento il costo della vita, grazie soprattutto alla politica monetaria inaugurata a partire da marzo 2022 dal Bank of Canada, è sceso progressivamente, fino ad arrivare al valore attuale, che continua ad essere ben al di sopra dell’obiettivo dichiarato della Banca Centrale del 2 per cento.

Ma cosa ha determinato l’inversione della tendenza? Secondo StatsCan, ad alimentare la crescita del costo della vita sono state soprattutto due voci: quella relativa ai mutui, dove i costi complessivi hanno subito un’impennata del 28,5 per cento su base annua a causa dell’aumento dei tassi d’interesse, e quella relativa agli affitti, che secondo l’agenzia nazionale di statistica sono aumentati in media del 6,1 per cento. Un dato questo da considerare abbastanza “prudente”, visto che altri rapporti – come quello che pubblichiamo in questa pagina – indicano aumenti di molto superiori, specialmente nelle grandi aree metropolitane del Paese.

Resta la preoccupazione per la corsa fuori controllo dei prezzi dei beni alimentari. Ad aprile, rispetto a marzo, ci sono stati aumenti leggermente più contenuti, ma i valori sono ancora altissimi. Secondo Statistics Canada, il carrello della spesa ha registrato un balzo in avanti del 9,1 per cento (quasi il doppio rispetto al tasso d’inflazione) quando a marzo gli aumenti medi erano stati del 9,7 per cento su base annua. Tra i singoli prodotti presi in esame, frutta e verdura fresca sono aumentati dell’8,8 per cento, caffè e tea del 6,4 per cento, le uova dell’8,6 per cento, la carne del 6,7 e la farina del 12,2 per cento.

Una boccata d’ossigeno per i consumatori canadesi è arrivata invece dalle pompe di benzina: il prezzo medio del carburante è sceso del 7,7 per cento su base annua, anche se questo dato è influenzato dal fatto che lo scorso anno in questo periodo i prezzi di tutti i prodotti energetici erano schizzati alle stelle in concomitanza con l’inasprimento dei combattimenti nei primi mesi di guerra in Ucraina.

L’inflazione – continua il rapporto di Statistics Canada – ha avuto un peso differente nelle varie aree del nostro Paese. Su base regionale, le Province che hanno registrato i valori più contenuti sugli aumenti del costo della vita sono il Newfoundland e Labrador (3,5 per cento) e la Prince Edward Island (3,9 per cento).

Al contrario, le province che hanno subito un maggiore aumento dell’inflazione sono state il Manitoba (5,5 per cento) e Saskatchewan (5,2 per cento). In Ontario l’inflazione ha avuto un impatto del 4,2 per cento (leggermente inferiore al valore nazionale), in Quebec del 4,8 per cento, in Aberta e in British Columbia del 4,3 per cento, in Nova Scotia del 4,5 per cento e nel New Brunswick del 4,2 per cento. Per quanto riguarda invece le principali città canadesi, la maglia nera va a pari merito a Montreal e Saskatoon con aumenti medi del 5,8 per cento. A Toronto, invece, la crescita è stata del 4,1 per cento, mentre a Vancouver la crescita è stata del 4,5 per cento.

Ora, di fronte a questi nuovi dati, la palla passa a Bank of Canada, chiamata decidere le prossime mosse nella sua politica monetaria. Le ipotesi sono essenzialmente due, scartata quella del taglio del costo del denaro: da un lato la Banca Centrale potrebbe lasciare invariati i tassi d’interesse, per apportare eventuali correzioni strada facendo, dall’altro invece potrebbe optare per un nuovo ritocco verso l’alto del tasso di sconto, fermo ora al 4,50 per cento.

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