CanadaGli chef italiani nel mondo

Kit del suicidio
venduti online
in quaranta Paesi

TORONTO – Il suo nome sarebbe collegato alla morte di due persone residenti nella Peel Region. Ma di morti potrebbero essercene tanti altri. Indagini a 360 gradi delle forze di polizia canadesi hanno portato all’arresto di Kenneth Law il 31 marzo scorso per il reato di istigazione al suicidio. A far scattare l’investigazione della Peel Regional Police sarebbe stata la segnalazione di sette decessi per suicidio nel Regno Unito e tre negli Stati Uniti, tra cui un ragazzo di 17 anni, collegati alla vendita online di nitrito di sodio.

In Gran Bretagna era stata un’inchiesta giornalistica del Times a far scoppiare il caso. Un giornalista si era finto interessato all’acquisto di quel kit per suicidio che veniva venduto liberamente online su diversi siti. Aveva così parlato con Kenneth Law il quale, oltre a fornirgli istruzioni su come usare il composto in questione, gli aveva anche detto che stava “compiendo l’opera di Dio”.

Le autorità canadesi sono arrivate così all’identificazione di Kenneth Law come presunto responsabile delle spedizioni della sostanza, apparentemente innocua, utilizzata nel processo di conservazione degli alimenti.

Sembrerebbe che il sospetto, che sarebbe un ex ingegnere aerospaziale poi diventato chef, abbia venduto on line circa 1.200 kit di nitrito di sodio a persone residenti in 40 Paesi diversi. Il primo suicidio con il kit venduto online da alcuni siti riconducibili a Law risalirebbe a due anni fa, quando uno studente di filosofia di 22 anni venne trovato senza vita nella stanza di un hotel di Londra. Vicino al corpo un pacchetto di nitrito di sodio. All’epoca dei fatti, il padre era intervenuto pubblicamente per condannare la vendita di prodotti per il suicidio online, rilevando la facilità di accesso alle sostanze per le persone fragili.

Stessi contorni per la morte di una ragazza di 23 anni del Surrey, lo scorso anno. L’arresto di Law, 57 anni, è avvenuto a seguito delle indagini sulle circostanze di un decesso improvviso avvenuto il 31 marzo, decesso che secondo la Peel Regional Police è stato causato dal consumo di nitrito di sodio.

Il nitrito di sodio è una sostanza bianca e cristallina usata come additivo alimentare e che si trova comunemente negli insaccati ma il consumo eccessivo del prodotto può ridurre i livelli di ossigeno, compromettere la respirazione e persino provocare la morte. L’OPP afferma che i pacchetti sono etichettati come provenienti da Imtime Cuisine, AmbuCA, Academic/ACademic, Escape Mode/escMode o ICemac.

Le forze dell’ordine lanciano quindi l’allarme e invitano chiunque abbia ricevuto o conosca qualcuno che ha ricevuto una consegna inaspettata da una di queste aziende di contattare immediatamente la polizia.

In Italia sono nove le persone che avrebbero acquistato il “kit” per togliersi la vita online riconducibile a Kenneth Law. L’unica vittima sarebbe l’insegnante di 63 anni residente in Trentino. Il veleno acquistato sul web veniva “spacciato” per una maschera per il viso. In Italia il kit, oltre che dalla donna trentina, è stato comprato da altre 8 persone residenti nelle province di Roma, Milano, Napoli, Monza, Lecco, Caserta, Bologna e Pavia. La Divisione centrale della polizia criminale italiana è stata avvisata dell’Interpol canadese lo scorso 29 aprile, attraverso la segnalazione di nove indirizzi a cui era stato spedito il kit.

Quel che l’Opp teme è che i pacchi che contengono il pericoloso composto potrebbero essere stati inviati in tutta la provincia a persone a rischio di autolesionismo.

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