Canada

Bank of Canada lascia ancora
invariati i tassi d’interesse

TORONTO – Il Canada chiuderà questo 2023 con i tassi d’interesse più alti degli ultimi ventidue anni. La conferma è arrivata ieri da Bank of Canada, che ah deciso di non intervenire sul costo del denaro, lasciando invariato il tasso di sconto al 5 per cento. La decisione della Banca Centrale non è stata un fulmine a ciel sereno. Buona parte degli analisti avevano ampiamente messo in preventivo il “non intervento” del governatore Tiff Macklem, un immobilismo dettato dalla necessità di capire fino a che punto gli effetti delle politiche monetarie degli ultimi mesi – con il continuo rialzo dei tassi d’interesse – potessero incidere nella lotta all’inflazione. Ebbene, il costo della vita si è sensibilmente abbassato, lontano anni luce da quel picco dell’8,1 per cento registrato nell’agosto del 2022, ma non è ancora in linea con l’obiettivo finale di Bank of Canada, che è quello di riportare l’inflazione sotto il 2 per cento.

Di conseguenza, come peraltro delineato il mese scorso dallo stesso Macklem, Bank of Canada si aspetta un nuovo calo dell’inflazione all’inizio del 2024 e solo allora si potrà tornare a un progressivo abbassamento del tasso di sconto. Insomma, prudenza resta la parola chiave anche perché il governatore della Banca Centrale Canadese non vuole buttare a mare tutto il faticoso lavoro fatto dalla primavera del 2022 che tanto è pesato sulle tasche dei contribuenti canadesi.

“In Canada – si legge nel rapporto presentato ieri da Bank of Canada – la crescita economica si è arrestata fino ai trimestri centrali del 2023. Il PIL reale si è contratto a un tasso dell’1,1% nel terzo trimestre, dopo una crescita dell’1,4% nel secondo trimestre. L’aumento dei tassi di interesse sta chiaramente frenando la spesa: la crescita dei consumi negli ultimi due trimestri è stata vicina allo zero e gli investimenti delle imprese sono stati volatili ma sostanzialmente piatti nell’ultimo anno. Le esportazioni e l’aggiustamento delle scorte hanno frenato la crescita del PIL nel terzo trimestre, mentre la spesa pubblica e la costruzione di nuove abitazioni hanno fornito una spinta. Il mercato del lavoro continua a rallentare: la creazione di posti di lavoro è stata più lenta della crescita della forza lavoro, i posti di lavoro vacanti sono diminuiti ulteriormente e il tasso di disoccupazione è aumentato modestamente. Ciononostante, i salari continuano ad aumentare del 4-5%. Nel complesso, questi dati e indicatori per il quarto trimestre suggeriscono che l’economia non è più in eccesso di domanda”.

Non c’è stata quindi nessuna recessione, come invece molto economisti avevano frettolosamente predetto, ma è chiaro che numerosi comparti produttivi del nostro Paese hanno dovuto affrontare delle difficoltà oggettive.

“Il rallentamento dell’economia – continua il rapporto – sta riducendo le pressioni inflazionistiche in una gamma sempre più ampia di prezzi di beni e servizi. In combinazione con il calo dei prezzi della benzina, ciò ha contribuito all’allentamento dell’inflazione CPI al 3,1% a ottobre. Tuttavia, l’inflazione dei prezzi degli alloggi è aumentata, riflettendo una crescita più rapida dei costi degli affitti e di altre abitazioni, insieme al continuo contributo degli elevati costi degli interessi ipotecari. Negli ultimi mesi, le misure preferite dalla Banca dell’inflazione core sono state di circa il 31/2-4%, con i dati di ottobre che si sono attestati verso l’estremità inferiore di questo intervallo“.

“Alla luce di ulteriori segnali di moderazione della spesa e di allentamento delle pressioni sui prezzi – conclude Bank of Canada – il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere il tasso di riferimento al 5 per cento e di continuare a normalizzare il bilancio della Banca. Il Consiglio direttivo è ancora preoccupato per i rischi per le prospettive di inflazione e rimane pronto ad aumentare ulteriormente il tasso di riferimento, se necessario. Il Consiglio direttivo auspica un ulteriore e duraturo allentamento dell’inflazione di fondo e continua a concentrarsi sull’equilibrio tra domanda e offerta nell’economia, sulle aspettative di inflazione, sulla crescita dei salari e sull’andamento dei prezzi delle imprese. La Banca rimane risoluta nel suo impegno a ripristinare la stabilità dei prezzi per i canadesi.

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