TORONTO – Dopo i due presunti terroristi arrestati a Toronto, spunta un altro caso simile: è quello di un giovane pakistano finito in manette in Quebec per un presunto complotto dell’Isis contro gli ebrei statunitensi. E la domanda sorge spontanea: com’è entrato in Canada? Difficile avere una risposta, visto il muro di gomma alzato dai funzionari federali dell’IRCC (Immigration, Refugees and Citizenship Canada, cioè il dipartimento federale “Immigrazione, Rifugiati e Cittadinanza Canadese”) che, come scrive Global News, in un articolo uscito ieri (che potete leggere qui) hanno rifiutato di rispondere alle domande sullo status di immigrazione di Muhammad Shahzeb Khan, citando “leggi sulla privacy”.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha descritto Khan come un “cittadino pakistano residente in Canada” e gruppi di ebrei canadesi hanno affermato di sapere che potrebbe avere avuto un visto per studenti. “Stiamo esaminando la questione”, ha detto Aissa Diop, direttrice delle comunicazioni del ministro dell’Immigrazione, Marc Miller. “Non commenteremo ulteriormente poiché è in corso un’indagine”.
Ma la viceleader dell’opposizione conservatrice Melissa Lantsman promette battaglia: se i Liberali non “divulgheranno rapidamente queste informazioni-chiave”, i Conservatori “li costringeranno a farlo, come è accaduto con Ahmed Fouad Mostafa Eldidi”.
Eldidi e suo figlio Mostafa, com’è noto, sono stati arrestati a luglio mentre stavano presumibilmente preparando un attacco a Toronto per conto dell’Isis. E sebbene il padre sia accusato di essere apparso in un video dell’Isis del 2015, dove mutilava un prigioniero, ha ottenuto lo status di rifugiato e poi persino la cittadinanza canadese (rileggete il nostro articolo qui). Come, non è dato saperlo: di certo, è incredibile, visti i controlli certosini che l’IRCC fa sui lavoratori onesti e con un passato limpido che chiedono di ottenere la “grazia” della residenza permanente; per questi, mille ostacoli; per i presunti terroristi, visti in tempi brevi (come accaduto per il giovane indiano accusato dell’omicidio di Hardeep Singh Nijjar, leader Sikh, a Vancouver: rileggete il nostro articolo qui) e persino la cittadinanza.
Tornando a Khan, il giovane è stato arrestato in base ad un mandato di estradizione presentato dagli Stati Uniti con l’accusa di aver tentato di fornire sostegno materiale e risorse ad un’organizzazione terroristica straniera designata: l’ISIS. Secondo l’FBI, Khan ha detto agli agenti sotto copertura che voleva “massacrare” gli ebrei a New York intorno al 7 ottobre, anniversario dell’attacco di Hamas in Israele.
Ancora non è del tutto chiaro con quale tipo di permesso fosse in Canada: il Centro per gli Studi sull’Olocausto degli Amici di Simon Wiesenthal avrebbe saputo dall’RCMP che Khan aveva, probabilmente, un visto per studenti. L’RCMP avrebbe rivolto precise domande sull’argomento all’IRCC che, però, secondo quanto riferisce Global News, non ha risposto. E neppure l’ufficio del ministro Miller avrebbe fornito alcuna informazione. Della serie: viva la trasparenza.
Nella foto in alto: il ministro federale dell’Immigrazione, Marc Miller, durante un incontro con lo staff dell’IRCC in una foto pubblicata da lui stesso sulla sua pagina Twitter X (@MarcMillerVM) il 16 agosto 2024