Canada

Il Bloc è pronto a fare da stampella al governo Trudeau, ma le richieste non saranno a basso costo

TORONTO – Il Bloc Quebecois è pronto a garantire la sopravvivenza del governo federale in cambio di misure mirate a favore del Quebec. Ma il sostegno esterno non sarà “a basso costo’’: come ha rivelato ieri il capogruppo alla Camera Alain Therrien, il primo ministro Justin Trudeau dovrà piegarsi a determinate richieste del partito. I blocchisti quindi, alla House of Commons, sono pronti a sostituire in toto l’Ndp di Jagmeet Singh, che la scorsa settimana ha stracciato il patto di legislatura che aveva siglato con il primo ministro nella primavera del 2022 e che aveva permesso all’esecutivo grit di rimanere in carica senza avere la maggioranza in Parlamento.

E se dall’accordo Singh-Trudeau erano state sviluppate misure e politiche che hanno avuto delle conseguenze su tutto il Paese – il piano dentistico nazionale e il Pharmacare in primo luogo – dal sostegno del Bloc al governo liberale dovranno essere approvati provvedimenti che in qualche modo favoriscono la provincia francofona. Su questo punto Therrien è stato molto chiaro.

“Il nostro obiettivo – ha detto prima dell’apertura dei lavori del caucus del partito – rimane sempre lo stesso, ma in questo contesto potremmo raggiungerlo molto più facilmente. Noi siamo pronti a negoziare ma sempre nell’interesse del Quebec, il nostro peso decisionale è aumentato notevolmente”. Con l’eventuale sostegno dei deputati blocchisti, il governo liberale sarebbe in grado di superare la mozione di sfiducia presentata dai conservatori di Pierre Poilievre anche se questa venisse votata dai parlamentari neodemocratici.

“Questa situazione – ha aggiunto il braccio destro del leader franfocono Blanchet – apre per noi una finestra di opportunità, adesso che quello liberale è diventato davvero un governo di minoranza che non può più contare sul sostegno incondizionato dei neodemocratici di Singh”.

D’altro canto, nel caucus del Bloc si respira un clima di rinnovato ottimismo. Di fatto Therrien ha sintetizzato questa nuova fase politica per il partito, dicendo che di fatto l’Ndp ha consegnato al Bloc le chiavi del ’’balance of power”, dell’equilibrio di potere a Ottawa, visto che ogni mossa del governo dovrà essere in qualche modo approvata dai blocchisti, che non entrano ufficialmente nel governo ma che possono diventarne una sorta di azionisti di minoranza, ma con la golden share.

Il partito comunque non ha ancora deciso se fare da stampella al governo volta per volta o se formalizzare questo appoggio esterno con un accordo sulla falsa riga di quello siglato da Singh e Trudeau.

Insomma, per il leader liberale si apre una fase carica di incertezze. Da un lato deve cercare di evitare le elezioni anticipate, visto l’andazzo nei sondaggi, e quindi l’offerta del bloc appare allettante. Dall’altro però al di fuori del Quebec un’alleanza con Blanchett difficilmente porterebbe un aumento del consenso nelle intenzioni di voto.

In mezzo a tante zone d’ombra, comunque, il primo ministro almeno può sorridere dopo la decisione di nominare come suo consigliere speciale l’ex governatore di Bank of Canada Mark Carney. Trudeau nei mesi scorsi ha cercato a più riprese di convincere Carney a entrare a fare parte della sua squadra di governo con un ruolo ministeriale. Ma il lungo corteggiamento non ha avuto buon fine. L’ex numero uno della Banca Centrale Canadese ha invece accettato l’incarico di consigliere speciale, che non è un ruolo istituzionale ma ha una funzione squisitamente consultiva. Carney è nella ristretta rosa dei futuri papabili al ruolo di leader liberale per il dopo Trudeau.

Nella foto in alto: il leader del bloc Quebecois, Blanchet 

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