Canada

Conservatori in fuga,
l’Ndp in ripresa,
liberali in difficoltà

TORONTO – Conservatori in fuga, neodemocratici in ripresa, liberali in caduta libera. È questa l’istantanea scattata dalla Angus Reid nel suo ultimo sondaggio che mette in luce come, se si dovesse votare adesso in Ontario, il Progressive Conservative di Doug Ford riconquisterebbe il potere come avvenuto nel 2018. L’unico dubbio – se i rapporti di forza dovessero essere davvero questi alle prossime elezioni di giugno – riguarderebbe la presenza di una maggioranza assoluta tory in parlamento o la formazione di un governo di minoranza, con la prima ipotesi più probabile della seconda.

Secondo la Angus Reid, il 37 per cento degli elettori in Ontario ha intenzione di votare per il Pc Party, mentre l’Ndp guidato da Andrea Horwath si attesterebbe al 29 per cento. Nettamente staccato il Partito Liberale di Steven Del Duca, che non va oltre il 25 per cento delle preferenze.

Rispetto al precedente sondaggio realizzato a metà marzo dalla Ipsos i conservatori perdono un punto percentuale, i neodemocratici ne guadagnano 5 mentre i liberali ne perdono 3.

Un altro segnale positivo per il premier uscente arriva dal tasso di approvazione registrato nello stesso studio demoscopico. A gennaio solamente il 30 per cento degli intervistati giudicava positivamente l’operato di Ford, mentre ora questa percentuale è salita al 43.

Nota stonata, invece, il giudizio degli elettori sulla gestione di alcuni temi che saranno al centro della campagna elettorale nelle prossime settimane. Secondo il sondaggio della Angus Reid, la maggioranza del campione ritiene che il premier non abbia gestito adeguatamente la crescita dell’economia, il settore sanitario e l’emergenza abitativa in Ontario. Al contrario, l’elettorato promuove il grado di risposta di Ford e del governo in carica di fronte alla pandemia di Covid-19.

Ma in generale, nonostante i singoli giudizi, le intenzioni di voto indicano, a poco più di due mesi dall’appuntamento alle urne, come l’elettorato dell’Ontario sia intenzionato a concedere un secondo mandato al leader del Progressive Conservative, mentre appare remota l’ipotesi di un terremoto politico a Queen’s Park che porti al governo l’Ndp o addirittura il Partito Liberale. Certo, la corsa al voto è ancora lunga e possibili spostamenti di intenzioni di voto si potranno vedere durante la campagna elettorale, ma è evidente che in questo momento l’offerta alternativa dei due partiti di opposizione non abbia convinto del tutto l’elettorato dell’Ontario.

E questa difficoltà, peraltro, si riflette anche sulle candidature dei partiti nei singoli collegi elettorali. Fino a questo momento il Progressive Conservative ha nominato 119 candidati sui 124 necessari per coprire tutte le varie circoscrizioni elettorali della provincia. Il Partito Liberale ha ufficializzato la candidatura di 95 esponenti di partito mentre l’Ndp ha nominato 76 candidati.

Un elemento di dubbio, semmai, è quello intimamente legato allo sviluppo della curva epidemiologica della pandemia. Il premier ha infatti allentato buona parte delle restrizioni anti covid e questo nonostante il parere negativo del Comitato tecnico-scientifico e di numerosi virologi, che hanno giudicato la mossa affrettata e imprudente.

Ora stiamo assistendo al progressivo aumento dei nuovi casi, delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva e questo rappresenta evidentemente un problema. Anche le opposizioni sono sul piede di guerra per la politica delle riaperture voluta dal governo, che a questo punto potrebbe trasformarsi in un boomerang alle prossime elezioni.

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