TORONTO – È sempre più evidente che il sistema dell’immigrazione in Canada non solo non funziona, ma sembra addirittura favorire l’ingresso di personaggi con trascorsi inquietanti e pessime intenzioni a discapito di persone con un passato limpido, un contratto di impiego e tanta voglia di lavorare.
Lo dicono i recenti fatti di cronaca.
Come quello, recente, dei tre indiani arrestati con l’accusa di avere ucciso Hardeep Singh Nijjar, 45 anni, assassinato nel giugno del 2023 fuori da un tempio Sikh nel Surrey, in British Columbia: uno dei tre finiti in carcere aveva ottenuto la “Visa” a tempo di record (nonostante postasse su Facebook foto di armi da guerra) e se ne era addirittura vantato pubblicamente (rileggete il nostro articolo qui: Visa a tempo di record per uno dei presunti killer di Nijjar).
Oppure come quello, nuovo, di due iracheni arrestati alcuni giorni fa a Richmond Hill in quanto sospettati di progettare “un violento attentato terroristico a Toronto” per conto dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, organizzazione della quale farebbero parte da tempo.
I due sono Ahmed Fouad Mostafa Eldidi, 62 anni, e suo figlio Mostafa Eldidi, 26 anni: il primo ha ottenuto la cittadinanza canadese alcuni anni, il secondo ancora no. E la domanda che, ancora una volta, sorge spontanea è: come ha fatto il 62enne ad ottenere prima la residenza permanente e poi la cittadinanza canadese, visti i suoi legami (a quanto pare molto chiari) con un’organizzazione terroristica?
Alla domanda sta cercando di dare una risposta il ministro della Pubblica Sicurezza, Dominic LeBlanc, il quale ha dichiarato che “i dipartimenti federali stanno esaminando le modalità con cui due uomini con sospetti legami con un gruppo terroristico all’estero sono stati ammessi in Canada”. Le accuse mosse ai due sono, peraltro, gravissime: si tratta infatti – come riporta The Canadian Press – di nove diverse accuse di terrorismo, tra cui l’associazione a delinquere per commettere omicidi per conto del gruppo terroristico Stato Islamico dell’Iraq e il Levante.
L’RCMP ha affermato che i due uomini erano “in fase avanzata di pianificazione di un attacco serio e violento a Toronto”. La maggior parte delle accuse riguardano attività presumibilmente avvenute in Canada, ma l’anziano dei due è pure accusato di aggressione aggravata al di fuori del Canada.
Il ministro LeBlanc dice che i Dipartimenti di Pubblica Sicurezza e dell’Immigrazione, “che lavorano insieme per selezionare i candidati che desiderano trasferirsi in Canada”, stanno “lavorando per stabilire una cronologia degli eventi riguardanti gli uomini accusati. Quando si verifica una circostanza come questa, i due Dipartimenti esaminano tutte le circostanze, in particolare la cronologia di quando alcune informazioni potrebbero essere state disponibili” ha detto LeBlanc (nella foto in alto, è con il primo ministro Justin Trudeau: l’immagine è tratta dalla sua pagina Twitter – @DLeBlancNB).
“Parole”, secondo i Conservatori, che chiedono che il governo federale spieghi, piuttosto, ai canadesi perché all’anziano Eldidi è stato permesso di immigrare nel Paese, suggerendo che i presunti collegamenti avrebbero dovuto essere scoperti prima. “I canadesi hanno il diritto di sapere come ha potuto questo individuo entrare in Canada ed ottenere la cittadinanza canadese… i canadesi hanno anche il diritto di sapere se c’è qualcun altro in Canada con un background simile al quale è stato concesso l’ingresso nel nostro Paese”, ha detto martedì alla Camera dei Comuni il conservatore Andrew Scheer.
Una domanda simile è stata posta anche dalla parte politica opposta, l’NDP: mercoledì, infatti, il deputato dell’NDP Alistair MacGregor ha scritto una lettera a Ron McKinnon, presidente della SECU (la commissione “Sicurezza Pubblica e Nazionale”) chiedendogli un incontro per esaminare la questione e scrivendo che ci sono “domande serie” alle quali rispondere.
“Al di là dei dettagli scioccanti di questo attacco sventato – si legge nella lettera di MacGregor, che pubblichiamo qui sotto in originale – è venuto alla luce che Ahmed Fouad Mostafa Eldidi ha una storia di attività estremiste con l’Isis. Questa questione solleva seri interrogativi su come sia riuscito a entrare in Canada, diventare un cittadino naturalizzato e rimanere nascosto per molti anni. Questo allarmante fallimento non fa altro che aumentare le preoccupazioni che i canadesi già nutrono riguardo alla sicurezza pubblica ed al sistema di immigrazione del Canada…”. Sistema di immigrazione che, dicevamo all’inizio, è invece estremamente complicato e farraginoso per chi viene in Canada per lavorare e non ha “scheletri nell’armadio”. Paradossale, no?
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