LECCO – Sono più di 300 gli spettacoli che Ezio Frigerio ha realizzato nella sua lunga carriera e tuttora presenti nei cartelloni di teatri europei ed internazionali: da Milano a Parigi, da Londra a New York passando per Berlino, Barcellona, Madrid fino a Buenos Aires e Tokyo. Destino ha voluto che anche Frigerio si spegnesse lo scorso 2 febbraio, lo stesso giorno in cui al mondo veniva annunciata la scomparsa di Monica Vitti. Ed è forse per questo che la notizia relativa allo scenografo è passata in secondo piano, almeno per i non addetti ai lavori. Ma ricordarsi di Ezio Frigerio è più che doveroso.

Nato ad Erba nel luglio di 91 anni fa, Frigerio ha saputo dare voce e corpo al teatro del Novecento rifulgendo con una carriera unica e multiforme. Dalla lirica al teatro, dalla prosa al cinema, Frigerio ha lavorato al fianco dei maggiori registi ed artisti: Vittorio De Sica, Eduardo de Filippo, Bernardo Bertolucci (per “Novecento”), Rudolf Nureyev e molti altri. Il sodalizio più intenso e famoso è stato indubbiamente quello con Giorgio Strehler al Piccolo di Milano e poi con il Teatro alla Scala – come dimenticare la storica produzione Strehler-Frigerio-Squarciapino (moglie del secondo, ai costumi) de “Le Nozze di Figaro” del 1981?

Il percorso di Frigerio cominciò al Piermarini nel 1956 con “Il matrimonio segreto” di Cimarosa, lavorando come figurinista. Da quel debutto ne seguirono a centinaia. Durante il suo periodo parigino, per il coreografo Roland Petit realizzò spettacoli che segnarono un’epoca, come Coppelia e Schiaccianoci. Fu inoltre amico e scenografo di Rudolf Nureyev: per il grande ballerino russo arrivò a progettare la tomba, solo apparentemente ricoperta da un tappeto kilim, in realtà una splendida illusione ottica realizzata a mosaico. L’opera scenografica di Frigerio non ha eguali e si distingue per un’incredibile articolazione dello spazio scenico: su piani diversi, utilizza spesso inganni prospettici e ricostruzioni geometriche con elementi architettonici classici. I livelli di raffinatezza raggiunti da queste composizioni sono a dir poco impareggiabili: notevole l’interesse per le interazioni tra luci e materiali riflettenti, spesso di sperimentazione estrema.

Al di fuori dell’ambito teatrale, va ricordata la nomination all’Oscar per le scenografie del film “Cyrano de Bergerac” del regista francese Jean-Paul Rappeneau con Gerard Depardieu nei panni del protagonista. Proprio ad Erba, dove Frigerio nacque nel 1930, rinascerà la fabbrica di Villa Candiani grazie alle idee dello scenografo e ai disegni dell’architetto Marco Castelletti: una volta ristrutturato, l’edificio ospiterà una mostra permanente dedicata al lavoro dell’artista teatrale, un progetto milionario finanziato dalla Fondazione Cariplo, dal Ministero dei Beni Culturali e dal comune erbese.

Nella foto la scenografia di Frigerio per Le nozze di Figaro

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