Cultura

Ottanta candeline
per il Festival di Venezia

VENEZIA – Sul languore degli sbadigli di fine estate si apre a Venezia il sorriso del suo lido, si accendono le luci del festival del cinema e si spengono ben ottanta candeline sull’immaginaria torta di una kermesse non solo longeva ma anche – e sempre – ricca e stimolante.

Quest’anno Venezia80 ha dovuto, come altri festival, parare il colpo dello sciopero di attori, attrici, produttori e produttrici statunitensi ma il parterre di star internazionali non è mancato o mancherà, grazie ad una serie di eventi in concomitanza della rassegna cinematografica. A partire dal premio della stilista Diane von Fürstenberg, il premio delle donne per le donne, che quest’anno è stato ospitato nella splendida cornice palladiana della fondazione Cini all’isola di San Giorgio. L’evento ha portato alla premiazione dell’avvocata Amal Alamuddin Clooney, accompagnata nella serata da Nancy Pelosi, Rita Ora, Amina J. Mohammed (vicesegretaria delle Nazioni Unite), Helena Gualinga e l’attrice e attivista Lilly Singh. L’italianissimo re Giorgio (Armani) ha invece elegantemente invaso l’inespugnabile arsenale con una sfilata di alta moda, prima, ed un party da mille e una notte poi: ‘One Night Only’ è stato l’evento per 700 ospiti con madrina d’eccezione Sophia Loren. Se, come si diceva, la presenza americana si farà sentire, il programma di quest’anno non resta di certo sguarnito ed anzi permette di mettere in vetrina qualche film tricolore ed europeo in più.

Si è partiti con la proiezione di ‘L’ordine del tempo’ di Liliana Cavani che è stata inoltre insignita del Leone d’oro alla carriera. Per la serie ‘Orizzonti’ arriva un altro film italiano in gara ‘El Paraiso’: di Enrico Maria Artale, si tratta di un dramma noir dal sapore edipico che perlustra l’intreccio inestricabile tra un figlio (Edoardo Pesce) e una madre (Margarita Rosa De Francisco). Di Stefano Sollima ‘Adagio’ è stato accolto da ben 10 minuti di applausi: scritto a quattro mani con Stefano Bises, il film è ricco di azione e sangue nella periferia capitolina che ben si attaglia ad una pellicola noir da gangster moderni. Tema centrale però sono l’amore e le relazioni tra padri e figli, biologici e non. Nel cast spiccano Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Adriano Giannini con il debutto del giovane Gianmarco Franchini. Benché Dario Argento non sia mai stato invitato a concorrere al festival, quest’anno si può vedere ‘Panico’, il documentario a lui dedicato e diretto da Simone Scafidi. A raccontare la vicenda di un comandante italiano durante la Seconda Guerra Mondiale arriva ‘Comandante’ di Edoardo De Angelis con uno straordinario Favino che veste i panni di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina. Matteo Garrone è in gara con ‘Io, capitano’, pellicola che racconta il viaggio a dir poco avventuroso di Seydou e Moussa, due giovani che lasciano Dakar per raggiungere, pieni di speranze e di sogni, l’Europa. L’odissea nera dei giovani eroi ci porta attraverso l’Africa ed il mare, in una storia emozionante che si fonda sulle testimonianze di chi ha vissuto l’inferno che viene narrato. Saverio Costanzo con il suo ‘Finalmente l’alba’ racconta invece l’avventura di un’aspirante attrice, Mimosa, nella Cinecittà degli anni ‘50 sullo sfondo dell’Italia democristiana. In una sola notte, la giovane, conoscendo attori, produttori, costumisti e comparse, capirà chi è veramente perché solo lei è in grado di guardare al mondo con stupore.

Con la sua seconda prova registica, Pietro Castellitto torna a Venezia con ‘Enea’ che lo stesso Barbera, direttore del festival, ha definito «una pellicola intensa, una sorta di grande bruttezza”. Giorgio Diritti con il suo ‘Lubo’ vuole parlare invece dell’essenza di chi è nomade, apolide, di chi è diverso da tutti, prendendo spunto dalla vicenda di un artista di strada Jenisch che nel ’39 venne chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un’invasione tedesca. «La lettuyhyra del romanzo ‘Il seminatore’ di Cavatore – ha detto Diritti – mi ha svelato vicende poco conosciute accadute in Svizzera per cinquanta anni, portandomi a riflettere sul senso di giustizia, sulle istituzioni, sul senso dell’educare e dell’amare». Ed infine, ad omaggiare il genio italiano nelle sue molteplici applicazioni, diretto da Michael Mann c’è ‘Ferrari’ per raccontare la storia di Enzo, con gli strabilianti costumi di Cantini Parrini, a novembre nelle sale.

Anche quest’anno, insomma, il Festival del Cinema di Venezia offre una selezione raffinata e decisamente non banale di pellicole che mettono a rilievo i talenti italiani. [Venezia 80 prosegue fino al 9 settembre p.v.]

Il Festival di Venezia 2023 che ha preso il via il 30 agosto si concluderà il 9 settembre (https://www.labiennale.org)

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