Il Covid-19 nel mondo

G7: obiettivo fine pandemia nel 2022,
il Canada donerà 13 milioni di dosi

TORONTO – Lo sforzo comune dei Paesi G7 sarà rivolto a porre fine alla pandemia di Covid-19 nel 2022. È quanto è stato ribadito ieri dai grandi della Terra nel comunicato finale del summit in Cornovaglia. “La pandemia di Covid-19 – recita il messaggio finale dei leader G7 – non sarà sotto controllo da nessuna parte finché non lo sarà in tutti i Paesi. In un mondo interconnesso, la salute globale e le minacce alla sicurezza sanitaria non rispettano confini”.

Non basta, quindi, attrezzarsi all’interno dei singoli Paesi: si deve, al contrario, partecipare un’azione comune e coordinata per aiutare anche quelle Nazioni che sono ancora indietro nell’azione di contrasto della pandemia.

Il Canada, dal canto suo, farà la sua parte. Ieri il primo ministro Justin Trudeau, a conclusione dei lavori del vertice in Inghilterra, ha annunciato che Ottawa metterà a disposizione 13 milioni di dosi di vaccino ai Paesi maggiormente in difficoltà. Oltre alla donazione diretta, il Canada pagherà 87 milioni di dosi da distribuire nei Paesi in via di sviluppo che si trovano indietro nelle rispettive campagne di immunizzazione di massa contro il Covid-19.

Stando a quanto è stato confermato ieri dallo stesso primo ministro, fino a questo punto il nostro Paese ha speso 2,5 miliardi di dollari negli aiuti diretti e indiretti alle altre Nazioni dall’inizio della pandemia. In tutto il Canada si è assicurato l’acquisto di circa 100 milioni di dosi di vaccino da Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson and Johnson.

Nel comunicato finale del vertice G7 conclusosi ieri c’è anche spazio per una presa di posizione comune sulla Cina e sulla Russia.

Il G7 si impegna ad affrontare Pechino in materia di pratiche commerciali sleali, questioni relative ai diritti umani e repressione dell’opposizione a Hong Kong. Allo stesso tempo, la dichiarazione sottolinea un interesse comune alla cooperazione con la Cina per quanto riguarda le sfide globali come la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. È la prima volta che i leader del G7 esprimono le loro critiche alla seconda economia mondiale in una dichiarazione finale in modo così esplicito.

Per quanto riguarda la Cina il G7 cercherà di “continuare a consultarsi sugli approcci collettivi per gestire le politiche e le pratiche non di mercato che minano il funzionamento equo e trasparente dell’economia globale”. Inoltre, si fa riferimento alla promozione “dei nostri valori, anche invitando la Cina a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali, in particolare in relazione allo Xinjiang e a quei diritti, libertà e alto grado di autonomia per Hong Kong sanciti dalla Dichiarazione congiunta sino-britannica”.

Su Mosca al G7 si è rafforzata la linea dell’intransigenza. “Ribadiamo – recita il comunicato finale – il nostro interesse a relazioni stabili e presagibili con la Russia e continueremo a impegnarci laddove esistono aree di reciproco interesse. Riaffermiamo la nostra richiesta alla Russia di mettere fine al suo comportamento destabilizzante e le attività nocive, compresa la sua interferenza nei sistemi democratici di altri paesi, e di adempiere ai suoi obblighi e impegni internazionali in materia di diritti umani”.

Queste le conclusioni del G7 sul tema delle relazioni con la Russia, contenute nel comunicato finale del vertice. “In particolare, chiediamo alla Russia di indagare con urgenza e spiegare in modo credibile l’uso di un’arma chimica sul suo suolo, di porre fine alla sistematica repressione nei confronti della società civile e dei media indipendenti e di identificare, fermare e chiedere conto a coloro che all’interno dei suoi confini conducono attacchi ransomware, abusano della valuta virtuale per riciclare proventi di riscatti e altri crimini informatici”.

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