Canada

“Trudeau si deve dimettere subito”:
cresce il malcontento
tra gli elettori liberali

TORONTO – Justin Trudeau (nella foto sopra) dovrebbe dimettersi e lasciare la guida del Partito Liberale. A pensarlo, secondo un’istantanea scattata da un sondaggio di Angus Reid, è la maggioranza dei canadesi e tra questi una corposa fetta degli elettori di fede liberale. L’indagine demoscopica pubblicata ieri, fatta su un campione di 1.878 cittadini intervistati tra il 9 e il 13 ottobre, mette in luce come sia significativo il malcontento strisciante verso il primo ministro non solo l’intero elettorato del nostro Paese, ma anche all’interno della base liberale, che auspica un cambio al timone del partito prima della prossima tornata elettorale in programma nell’autunno del 2025.

Stando al sondaggio, il 57 per cento degli intervistati ritiene che Trudeau dovrebbe gettare la spugna e farsi da parte immediatamente, permettendo così al Partito Liberale di darsi una nuova leadership in vista della prossima tornata elettorale. Si attesta invece al 28 per cento la quota degli elettori che si ritiene soddisfatta dell’operato della compagine di governo grit e del primo ministro e che quindi ritiene che Trudeau debba rimanere in sella almeno fino alle prossime elezioni.

Per capire quando siano profonde le divisioni sulla valutazione del primo ministro, basta andare a spulciare i numeri relativi agli elettori tradizionalmente liberali. Qui il 44 per cento degli intervistati vuole che Trudeau rimanga al suo posto fino al 2025, mentre il 41 per cento del campione pensa che sarebbero più opportune le dimissioni per dare qualche chance al Partito Liberale, in picchiata nei sondaggi e ai minimi termini per quanto riguarda il livello di popolarità.

Su questo è significativo un ulteriore indicatore registrato nel sondaggio della Angus Reid, quello relativo alla fuga degli elettori dal partito. Ebbene stando all’indagine demoscopica in questione, il 62 per cento di coloro che hanno votato per i liberali nel 2021 è intenzionato a votarli di nuovo anche tra due anni, il 16 per cento è pronto a votare per l’Ndp di Jagmeet Singh e il 10 per cento per il Partito Conservatore di Pierre Poilievre, mentre il 7 per cento è ancora indeciso sebbene escluda a priori di rivotare per la forza politica guidata da Trudeau.

Per quanto riguarda le intenzioni di voto verso i singoli partiti, i conservatori continuano a godere di un vantaggio significativo rispetto agli avversarsi. Secondo la Angus Reid se si dovesse votare in questo momento il Partito Conservatore si attesterebbe a quota al 39 per cento, mentre il Partito Liberale non andrebbe oltre il 28 per cento. L’Ndp raggiunge il 21 per cento, il Green Party scende al 3 per cento e il Bloc Quebecois si mantiene al 7 per cento. Con questi numeri, i conservatori di Poilievre andrebbero alla House of Commons con una larga maggioranza di seggi.

Per quanto riguarda il grado di approvazione, Trudeau deve fare i conti con il minimo storico del 31 per cento, lontano anni luce dal massimo degli ultimi otto anni toccato nel 2020, in piena pandemia, quando il primo ministro era stato promosso dal 55 per cento dei canadesi.

More Articles by the Same Author: