TORONTO – Sono passati venticinque anni da quando Russell Crowe ha conquistato il pubblico in veste di un generale romano trasformato in schiavo, e ora Hollywood torna con un sequel dell’epoca vincitrice di un Oscar. Sfortunatamente, nessuna delle riprese di Il Gladiatore II è stata girata in Italia – per motivi logistici. Ciò non sorprende Tarak Ben Ammar, il capo del più grande distributore cinematografico italiano (Eagle Pictures), che ha recentemente avvertito che lo spazio degli studi di Cinecittà a Roma viene prenotato con un anno di anticipo.
Il regista di Il Gladiatore II, Ridley Scott, aveva pianificato le riprese principali a Cinecittà e Roma, dove sarebbero state ricreate delle ricostruzioni dell’antico set. Come è successo, Cinecittà ospitava un progetto diverso ma simile in quel periodo, ovvero la serie TV a tema Gladiatore di Roland Emmerich “Quelli che stanno per morire”. Il creatore della serie Robert Rodat ha riconosciuto il conflitto di programmazione in una recente intervista: “Non è una competizione, ma ci sono risorse limitate a Roma e, da quanto ho capito, è rimasto deluso dal fatto di non essere riuscito a girare lì. Mi scuso per questo!”
Il fatto che ci siano “risorse limitate” disponibili per i registi a Roma indica una serie di problemi, ma in questo caso particolare evidenzia un recente picco nell’attrattiva dell’Italia all’estero. I budget per la serie “Quelli che stanno per morire” di Peacock e il sequel del Gladiatore II della Paramount sono rispettivamente di 140 milioni di dollari e 300 milioni di dollari. Ed entrambi sono produzioni “tent pole”, ovvero spettacoli e film pensati per supportare la struttura finanziaria di uno studio.
Inoltre, per entrambi sono stati scelti gli attori vincitori di Oscar Anthony Hopkins e Denzel Washington. In genere, i film degli studi americani tendono a tenere le produzioni in casa o a trovare location più economiche come spesso accade in Canada. Non è passato molto tempo, ad esempio, da quando l’epico film storico “300” (2005) è stato girato interamente negli Icestorm Studios di Montreal, utilizzando schermi blu. Oggi, tuttavia, grazie in gran parte agli enti italiani per il cinema e il turismo e a un generoso credito d’imposta, i registi insistono ancora una volta per abbinare l’ambientazione alla location in Italia, una decisione creativa che normalmente soccombe alle limitazioni di bilancio.
Per quanto riguarda la premessa di Il Gladiatore II, la storia segue il nipote di Marco Aurelio, Lucio (Paul Mescal), l’ex erede al trono. Dopo aver rinnegato Roma e aver lasciato la città per 15 anni, i legionari romani lo catturano e lo imprigionano. Come Massimo nella storia originale, Lucio è costretto a combattere nell’arena, il tutto sullo sfondo degli imperatori fraterni in lotta della dinastia dei Severi, Caracalla e Geta.
Il gladiatore II uscirà nelle sale il 22 novembre 2024.
Massimo Volpe, autore di questa recensione, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix