Canada

Ritardi nei vaccini: Trudeau nei guai,
Singh vuole l’esercito   

TORONTO – Il principale responsabile per i ritardi e contrattempi registrati nella campagna vaccinale in Canada ha un nome e un cognome: Justin Trudeau. È questa l’opinione della stragrande maggioranza dei canadesi come è stato rilevato da un sondaggio della Leger presentato ieri.

Secondo l’indagine demoscopica, il 69 degli intervistati ritiene che la colpa per il rallentamento delle consegne dei vaccini Pfizer e Moderna sia del governo federale, mentre il 14 per cento del campione punta il dito contro i governi provinciali.

In questo contesto di sfiducia complessiva, alimentato dal fatto che il Canada si trova molto indietro rispetto alla tabella di marcia sulla vaccinazione di massa preparata dall’esecutivo federale alla fine del 2020, cresce anche lo scetticismo dei canadesi sulla tempistica del processo di immunizzazione nazionale: solamente il 44 per cento dei canadesi, infatti, pensa di ricevere la prima e la seconda dose del vaccino entro il prossimo ottobre, come promesso a più riprese dal primo ministro liberale.

Cresce, invece, il numero di cittadini che ritiene impossibile o quasi rispettare quella scadenza: il 51 per cento degli intervistati si dice scettico.

Lo stato di malessere registrato dal sondaggio della Leger rappresenta un problema non da poco per Trudeau. Dopo l’ultimo rimpasto, tutti i segnali indicavano la volontà del primo ministro di andare al voto in primavera dopo la presentazione del budget federale. Era ed è tuttora evidente che l’andamento della campagna di vaccinazione contro il Covid avrebbe rappresentato il termometro della campagna elettorale, con effetti positivi per il governo nel caso di uno svolgimento ordinato e senza troppi contrattempi e, al contrario, conseguenze negative nel caso in ci fossero stati ritardi.

Ci troviamo in questo secondo scenario e poco valgono le rassicurazioni che arrivano da Ottawa e dalla Pfizer circa il rispetto delle consegne previste – 4 milioni di dosi – entro la fine di marzo.

Nel frattempo sempre ieri è toccato al leader dell’Ndp Jagmeet Singh di presentare il suo piano vaccinale per il Paese, un progetto dettagliato che ha tanto il sapore di programma elettorale in vista del voto anticipato. Il leader ndippino propone l’utilizzo dell’esercito durante la campagna di vaccinazione.

Secondo Singh, il governo dovrebbe utilizzare i militari, assumere più infermiere e fare ricorso anche agli studenti di medicina per accelerare il processo di immunizzazione. In questo frangente, però, bisogna sottolineare come le province non abbiano chiesto all’esecutivo federale l’invio dei militari, cosa fatta invece in passato in Quebec e in Ontario per affrontare l’emergenza in alcune case di cura a lunga degenza.

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