Canada

Quasi 800 ricoverati: “L’Ontario
è nella sesta ondata”

TORONTO – L’Ontario è nella sesta ondata della pandemia. Lo dice un epidemiologo, il dottor Isaac Bogoch, specialista in malattie infettive, ma soprattutto sembrano dirlo i numeri: in una settimana, i ricoveri sono aumentati del 23% e al momento i pazienti con il Covid-19 presenti negli ospedali della provincia sono 790, rispetto ai 655 di appena 24 ore prima ed ai 639 di una settimana fa.

È anche vero che il 53% dei pazienti è finito all’ospedale per altri motivi ed è risultato positivo al virus al momento del test di ingresso nel nosocomio, ma è altrettanto vero che, comunque, si tratta di persone positive. Ed il numero di ieri è quello più alto dallo scorso 5 marzo, quando i ricoverati erano 795.

Torna ad aumentare anche il numero delle persone ricoverate nelle terapie intensive: dei 790 pazienti totali, infatti, quelli in ICU sono 165 (l’altro ieri erano 158, ma il numero resta inferiore – almeno per ora – a quello di una settimana fa: 179).

9 i decessi registrati ieri, che portano il totale da inizio pandemia a 12.414. Quanto ai contagi, i laboratori di analisi dell’Ontario hanno elaborato più di 12.300 test nelle ultime 24 ore, rilevando 1.61220 infezioni, con un tasso di positività del 14,4%, in calo dal 17,9% dell’altro ieri ma in aumento rispetto al 12,2% di una settimana fa. I casi attivi e noti sono adesso 19.354, in lieve calo dai 19.436 dell’altro ieri, ma che i contagi siano comunque in aumento lo dimostrano i dati di sorveglianza delle acque reflue che indicano che la trasmissione è in aumento in tutta la provincia e raddoppia ogni 10 giorni.

Per tutti questi motivi, il dottor Isaac Bogoch ha affermato ieri, come accennavamo all’inizio, che la provincia è nella sesta ondata della pandemia. “È chiaro che ci sono più casi ora rispetto ad una settimana fa e due settimane fa. Potremmo chiamarla un’onda, semplicemente non conosciamo la dimensione dell’onda ma c’è”, ha detto a CP24 martedì mattina. “Penso che sia giusto dire che vedremo un aumento (nei casi), ma non è del tutto chiaro quanto sarà grande”, ha aggiunto.

Di sesta ondata “guidata dalla sottovariente BA.2” si parla anche in Quebec dove lunedì due esperti hanno detto che “non è chiaro quanto sarà grave”. Il dottor Don Vinh del McGill University Health Center ha pochi dubbi sul fatto che la sesta ondata sia in corso, sottolineando che il Quebec ha visto un aumento dei focolai fra gli anziani e nelle case di cura a lungo termine, nonché un aumento del 60% del numero di operatori sanitari che non stanno lavorando a causa del virus. “Penso che questi siano segnali che non possono essere ignorati e interpretati in nessun altro modo se non per dire che siamo già nella sesta ondata”, ha detto.

Anche secondo Benoit Barbeau, virologo dell’Universite du Quebec a Montreal, la provincia francofona è entrata nella sesta ondata, ma “non c’è motivo di allarmarsi”, grazie alla combinazione di vaccinazione e gravità inferiore della sottovariante BA.2. Ma, ha aggiunto, è chiaro che “la pandemia non è finita”.

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