Canada

Ford e Jones costretti a testimoniare
alla commissione su leggi d’emergenza

TORONTO – Doug Ford e Sylvia Jones saranno costretti a fornire la loro testimonianza alla commissione d’inchiesta di Ottawa. La notizia è stata confermata ieri pomeriggio, dopo che il premier dell’Ontario e il ministro della Sanità – all’epoca dei fatti Sollicitor General – si erano rifiutati lo scorso 19 settembre di offrire una deposizione spontanea.

Ora la situazione è profondamente mutata. Secondo gli avvocati della commissione, infatti, Ford e Jones avrebbero in mano prove e documenti che potrebbero risultare decisivi nel mandato della commissione stessa, ovvero capire se l’attivazione della legislazione d’emergenza da parte del governo federale lo scorso anno fosse giustificata o meno. La commissione, tra i vari poteri attribuiti per fare luce sulla vicenda, ha quello di poter convocare in qualità di testimone chiunque sia ritenuto importante per arrivare a delle risposte definitive.

La deposizione di Steve Bell. Perché la polizia di Ottawa non fu in grado di gestire la protesta del Freedom Convoy lo scorso inverno? A provare a dare una risposta è stato ieri Steve Bell, attuale capo ad interim della polizia cittadina e all’epoca vice chief dell’Ottawa Police.

Durante la sua testimonianza fornita alla riapertura dei lavori della commissione d’inchiesta pubblica sull’utilizzo del governo federale della legislazione d’emergenza lo scorso febbraio, Bell ha messo in luce due fattori chiave che, a suo dire, hanno reso inefficace la risposta della polizia di fronte alla minaccia del Freedom Convoy. Da un lato – e questo è un elemento emerso prepotentemente anche al scorsa settimana in varie deposizioni – la polizia di Ottawa si aspettava che la manifestazione di fine gennaio durasse due, al massimo tre giorni.

Secondo le informazioni di intelligence ricevute la settimana precedente l’inizio della manifestazione, la protesta sarebbe dovuta iniziare nel weekend per poi finire la domenica. Un calcolo completamente sballato, visto che l’intenzione degli organizzatori era quella di occupare il cuore della Capitale canadese a tempo indeterminato, fino a quando il governo federale avesse ceduto sul fronte della vaccinazione obbligatoria anti Covid per i camionisti che attraversavano il confine Canada-Usa.

Il secondo elemento messo in luce da Bell è quello di un’altra valutazione sbagliata da parte della polizia stessa, cioè sulla natura della protesta. “Le attività illegali tenute dai manifestanti – ha sottolineato il chief sotto giuramento – hanno reso la protesta ingestibile”.
Bell ha ribadito che il servizio di polizia di Ottawa è abituato a gestire “proteste prolungate”.

“Abbiamo avuto esempi di occupazioni di parchi, di occupazioni, di incroci stradali che sono andati avanti per un periodo di tempo più lungo. Ma chi partecipava a quelle manifestazioni non si è reso protagonista di quelle attività illegali che abbiamo visto qui”, riferendosi alle proteste dei convogli.

“Questo è ciò che credo renda questa circostanza diversa. La portata delle persone, la dimensione dell’area che hanno superato e l’attività e il trauma che hanno fatto passare alla nostra comunità. Non c’era nulla che avrebbe fatto pensare a ciò che poi sarebbe accaduto all’interno dei rapporti dell’intelligence”.

Bell ha poi elencato la grave situazione che si era creata nella Capitale. I residenti di Ottawa dovevano sopportare clacson assordanti, vedere manifestanti che facevano i loro bisogni per le strade, e subire molestie quando lasciavano le loro case. Secondo la residente Zexi Li, che è la principale querelante in una class action contro i manifestanti, i residenti del centro sono stati costretti a dormire nelle loro auto nel suo garage sotterraneo per sfuggire al rumore incessante.

Tredici famiglie con bambini malati di cancro hanno avuto i loro appuntamenti di chemioterapia ritardati o riprogrammati come risultato diretto delle proteste, come confermato la scorsa settimana l’ospedale pediatrico dell’Ontario orientale (CHEO).

“Una grande protesta che era lecita avrebbe potuto essere gestita, sarebbe stata gestita. Era quello che era stato previsto”, ha detto Bell, aggiungendo che mentre la polizia alla fine ha visto i grandi numeri previsti, “l’impatto sulla comunità” non è mai stato incluso nelle informazioni che ha ricevuto.

Le forze dell’ordine ricevettero avvertimenti sulle “dimensioni e sulla portata della protesta il 27 gennaio – ha concluso Bell – anche sul fatto che il Freedom convoy, prima dell’arrivo a Ottawa mentre attraversava il Paese, nel complesso era stato “estremamente legale ed estremamente rispettoso della legge”.

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