Canada

“Parola d’ordine: ancora prudenza”. I tassi d’interesse restano invariati

TORONTO – Tutto secondo copione. Bank of Canada ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse, che restano al 5 per cento, rimandando ancora una volta l’avvio del progressivo abbassamento del costo del denaro. L’annuncio di ieri della Banca Centrale non rappresenta certo una sorpresa: buona parte degli economisti prevede infatti che il primo taglio dei tassi non arriverà prima di giugno-luglio.

“La crescita economica globale – avverte Bank of Canada nella nota mensile che motiva la sua decisione – ha subito un rallentamento nel quarto trimestre. Anche la crescita del Pil degli Stati Uniti è rallentata, ma è rimasta sorprendentemente robusta e generalizzata, con solidi contributi dei consumi e delle esportazioni. La crescita economica dell’area dell’euro è rimasta invariata alla fine dell’anno, dopo la contrazione del terzo trimestre. L’inflazione negli Stati Uniti e nell’area dell’euro ha continuato a diminuire. I rendimenti obbligazionari sono aumentati da gennaio, mentre gli spread del credito societario si sono ridotti. I mercati azionari sono saliti notevolmente. I prezzi globali del petrolio sono leggermente superiori a quanto ipotizzato nel Rapporto sulla politica monetaria (MPR) di gennaio”.

“In Canada – ha sottolineato Tiff Macklem, governatore della Banca Centrale canadese – l’economia è cresciuta nel quarto trimestre più del previsto, anche se il ritmo è rimasto debole e al di sotto del potenziale. Il PIL reale è aumentato dell’1% dopo la contrazione dello 0,5% nel terzo trimestre. I consumi sono aumentati di un modesto 1% e la domanda interna finale si è contratta con un forte calo degli investimenti delle imprese. Un forte aumento delle esportazioni ha stimolato la crescita. L’occupazione continua a crescere più lentamente della popolazione e ora vi sono alcuni segnali che indicano un allentamento delle pressioni salariali. Nel complesso, i dati indicano un’economia in modesto eccesso di offerta”.

“L’inflazione – continua Macklem nella sua analisi – è scesa al 2,9% a gennaio, poiché l’inflazione dei prezzi dei beni si è ulteriormente moderata. L’inflazione dei prezzi degli alloggi rimane elevata ed è il principale fattore che contribuisce all’inflazione. Permangono pressioni inflazionistiche di fondo: le misure dell’inflazione di fondo su base annua e trimestrale sono comprese tra il 3% e il 3,5%. La Banca continua a prevedere che l’inflazione rimarrà vicina al 3% durante la prima metà di quest’anno, prima di diminuire gradualmente”.

Infine, spiegato il motivo per tanta prudenza. “Il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere il tasso di riferimento al 5 per cento e di continuare a normalizzare il bilancio della Banca. Il Consiglio continua a essere preoccupato per i rischi per le prospettive dell’inflazione, in particolare per il persistere dell’inflazione di fondo”. Il Consiglio direttivo auspica un ulteriore e duraturo allentamento dell’inflazione di fondo e continua a concentrarsi sull’equilibrio tra domanda e offerta nell’economia, sulle aspettative di inflazione, sulla crescita dei salari e sull’andamento dei prezzi delle imprese”.

Nella foto in alto, la sede di Bank of Canada

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