Mondo

Torna l’incubo Cina:
tamponi in massa a Wuhan

PECHINO – Un incubo che sembrava finito e che invece ritorna. La Cina, dove tutto iniziò, trema per il coronavirus e Wuhan, città simbolo del Covid-19, rivede il lockdown, sia pure parziale e limitato a un’area, dopo il drammatico blocco totale vissuto tra la fine di gennaio e l’8 aprile 2020, che tanto impressionò il resto del mondo ancora libero (all’epoca, e per poco…) dal virus.

Il capoluogo dell’Hubei, dove per la prima volta fu rilevato il nuovo coronavirus alla fine del 2019, ha chiuso l’area di Zhuankou Street, nella zona di sviluppo economico, quando le autorità locali hanno confermato tre nuovi casi della variante Delta, ritenuta altamente contagiosa. La misura è stata annunciata da una nota della Commissione per la Salute Municipale, mentre il network statale Cctv ha parlato di alcune zone in lockdown cautelativo.

Le autorità cinesi hanno poi deciso di sottoporre a screening tutti i residenti a Wuhan: si tratta di 11 milioni di abitanti, nella prima città al mondo messa in quarantena dal 23 gennaio 2020 per 76 giorni.

La rinascita del virus, che sta colpendo Paesi che da tempo credevano di aver superato il peggio, è sostenuta dal calo dei tassi di vaccinazione e da nuove mutazioni più pericolose. In Cina, dove si pensava che il virus fosse stato debellato data l’assenza di contagi locali da mesi, erano ripartite sia la vita dei cittadini sia l’economia ma ora sono dozzine le città nuovamente colpite e la Delta si sta diffondendo in tutto il Paese dopo aver infettato i dipendenti responsabili della pulizia degli aerei all’aeroporto di Nanchino.

Intanto, anche in Giappone il nuovo coronavirus sta spaventando la popolazione e le autorità. Sono 3.709 i nuovi contagi da coronavirus di ieri, martedì 3 agosto, a Tokyo, città delle Olimpiadi: ben 861 in più rispetto allo scorso martedì. I dati ufficiali parlano anche di altri sette decessi per complicanze riconducibili al Covid.

Fino al 31 agosto a Tokyo e in altre prefetture è in vigore lo “stato di emergenza” dovuto alla pandemia di coronavirus. Ristoranti e bar restano aperti, ma non possono servire alcolici ed è stata imposta una chiusura anticipata. Non manca chi crede che le misure non siano più sufficienti per evitare il sovraccarico del sistema sanitario. La governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, è tornata a chiedere agli abitanti della città di stare a casa. La variante Delta del coronavirus, ha detto, è un “nemico molto forte”.

Situazione critica anche in Russia, dove nelle ultime 24 ore (fra l’altro ieri e ieri) si sono registrati 22.010 nuovi casi di Covid-19, un dato in calo rispetto ai 23.508 del giorno precedente, e 788 decessi. Secondo il Centro di Risposta Federale Russo, il conteggio complessivo dei contagi è a 6.334.195. Mosca ha il maggior numero di nuovi casi con 1.952 infezioni giornaliere, in calo rispetto ai 3.330 del giorno prima.

E, a proposito di Russia, è di ieri la notizia che l’Argentina produrrà milioni di dosi di Sputnik V. L’istituto farmaceutico argentino Richmond Laboratories e il Fondo Russo per gli Investimenti Diretti hanno infatti annunciato la distribuzione in questi giorni in Argentina della seconda dose del vaccino Sputnik V, prodotto localmente, come riferito dall’agenzia di stampa Telam.

In un comunicato si conferma che i campioni di vaccino prodotti in Argentina hanno superato con successo il controllo di qualità in Russia presso il Centro Gamaleya. Grazie a questo via libera l’Argentina produrrà questo mese oltre tre milioni di unità della seconda dose, mentre le prime 150.000 entreranno in circolazione già questa settimana. Insieme al vaccino cinese Sinopharm, il russo Sputnik V è stato finora il più utilizzato dalle autorità sanitarie argentine.

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