Canada

I conservatori prendono il largo, crolla la popolarità di Justin Trudeau

TORONTO – Crolla la popolarità di Justin Trudeau. La conferma arriva da un’istantanea scattata da Abacus Data, che nel suo ultimo sondaggio mette in luce come solamente il 15 per cento dell’elettorato canadese vedrebbe di buon occhio un nuovo governo guidato dall’attuale primo ministro dopo le prossime elezioni. Il livello di consenso nei confronti del leader liberale non è stato mai così basso nell’ultimo anno e mezzo e questa bocciatura senza se e senza ma viene rafforzata anche dai dati relativi alle intenzioni di voto.

Secondo Abacus Data, se si tornasse alle urne in questo momento il Partito Conservatore raggiungerebbe quota 42 per cento: una percentuale questa che garantirebbe ai tory di Pierre Poilievre di tornare alla House of Commons con un’abbondante maggioranza parlamentare. I grit continuano la lenta e inesorabile caduta libera nei sondaggi, con appena il 24 per cento delle intenzioni di voto, a 18 punti di distanza dai conservatori.

Ma è il campo progressista, in generale, a vivere un periodo di crisi nel nostro Paese, con l’Ndp di Jagmeet Singh che non riesce a fare tesoro delle difficoltà dei liberali e anzi registra un preoccupante arretramento: in questa fase i neodemocratici riescono a catturare solamente il 18 per cento delle intenzioni di voto, in calo dell’1 per cento rispetto all’ultima indagine demoscopica di Abacus Data. Il Bloc Quebecois perde un punto percentuale e si ferma al 7 per cento, mentre i Verdi continuano a ruotare attorno al 4 per cento delle intenzioni di voto.

L’analisi del consenso su base regionale rappresenta un’altra brutta notizia per il partito di governo. I liberali infatti sono costretti ad inseguire in tutte le Province canadesi. In Ontario i conservatori si stabilizzano al 42 per cento, con i grit fermi al palo al 29per cento. Nelle Province Atlantiche – storica roccaforte liberale che ha garantito nelle ultime tre elezioni un ricco serbatoio di voti per Trudeau – il Partito Conservatore raggiunge il 48 per cento contro il 33 per cento dei liberali. In Alberta è cappotto completo, con i tory al 58 per cento e i grit al 12, un gap superato addirittura in Saskatchewan e Manitoba, dove il divario raggiunge la stratosferica cifra di 48 punti percentuali. In British Columbia, provincia storicamente molto combattuta, il partito di Poilievre agguanta il 47 per cento delle preferenze contro il 21 per cento dei liberali. In Quebec, dove negli ultimi mesi i grit avevano tenuto, siamo di fronte alla parità statistica – 26 e 24 per cento – con il Bloc ancora primo partito con 34 per cento delle intenzioni di voto.

Anche l’analisi delle singole fasce d’età degli elettori conferma come i canadesi stiano facendo una scelta ben precisa in vista delle prossime elezioni federali. Gli elettori più giovani – dai 18 ai 29 anni – che in passato hanno sostenuto con forza Trudeau, sembrano aver voltato le spalle al primo ministro: il 36 per cento sostiene Poilievre e solo il 19 per cento si dice pronto a votare per il Partito Liberale. Una dinamica speculare la troviamo nelle altre fasce d’età – 30 e 44 anni, 45 e 59, ultrasessantenni – dove i conservatori recitano il ruolo di battistrada e i liberali sono costretti ad inseguire con distacchi sempre in doppia cifra.

Infine, cade un ultimo dei pilastri del consenso verso l’attuale primo ministro, quello del voto femminile. Secondo Abacus Data, tra le elettrici Trudeau raggiunge il 24 per cento, mentre il 38 per cento dichiara di voler votare per Poilievre. I dati di questo sondaggio sono molto negativi per il leader liberale, che nei prossimi mesi dovrà davvero sudare le fatidiche sette camice per cercare di invertire una tendenza che ai sta consolidando ormai da due anni.

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