Canada

Housing: l’idea di Poilievre piace al ministro Fraser

TORONTO – Al ministro federale liberale dell’Edilizia Abitativa, Sean Fraser, piace l’idea di Pierre Poilievre, leader dell’opposizione conservatrice, di collegare il numero di immigrati in Canada al numero di case costruite. “È buona l’idea di legare il numero di persone che arrivano in Canada al numero di case disponibili? Sì. In effetti, è uno dei fattori che abbiamo considerato negli ultimi anni”, ha affermato Fraser lunedì, mentre era impegnato nella presentazione di nuovi alloggi a Halifax.

Il ministro ha però precisato che il problema è legato soprattutto agli studenti internazionali: “Dobbiamo portare altri attori al nostro tavolo, non solo le controparti provinciali ma anche quelle istituzioni che stanno aumentando drasticamente il numero di permessi di studio richiesti, a volte a vantaggio finanziario personale di chi è dietro ai college privati”.

Venerdì scorso, in una conferenza stampa a Winnipeg, Poilievre aveva accusato il ministro Fraser di “non essere riuscito a stabilire il collegamento tra il numero di case costruite e la crescita della popolazione” nel suo precedente ruolo di ministro dell’Immigrazione (ora ricoperto da Mark Miller). “Ovviamente devi costruire case se vuoi attirare persone e in questo momento non stiamo costruendo abbastanza case”, aveva detto Poilievre ai giornalisti.

Documenti del 2022 ottenuti dalla Canadian Press mostrano – come abbiamo scritto nei giorni scorsi: leggete l’articolo qui – che i dipendenti del Dipartimento dell’Immigrazione avevano avvertito, già all’epoca, il governo federale che l’incremento dell’immigrazione avrebbe avuto ripercussioni sugli alloggi, ma alla fine i liberali avevano deciso di aumentare comunque il numero di residenti permanenti, portandoli fino a mezzo milione nel 2025. Hanno difeso la loro decisione affermando che il Canada ha bisogno di più nuovi arrivati ​​per contribuire a colmare una grave carenza di manodopera.

Adesso, mentre Fraser afferma di sostenere l’idea di collegare i nuovi arrivati ​​e la costruzione di alloggi, al tempo stesso accusa Poilievre di avere una “mancanza di comprensione” del sistema di immigrazione e di ciò che in realtà sta guidando la “rapida crescita della popolazione”. Fraser afferma che infatti che sono i programmi temporanei di immigrazione (studenti internazionali in primis, ma anche i lavoratori temporanei) stanno esercitando pressione sul sistema abitativo e creando un “problema serio che dobbiamo affrontare”.

Il governo federale sta prendendo in considerazione un tetto massimo per gli studenti internazionali, ma sta cercando di coinvolgere le Province per cercare di trovare soluzioni. Il tempo, però, stringe perché la crisi abitativa diventa ogni giorno più grave e “se le Province ed i Territori non possono farlo, lo faremo noi per loro e non apprezzeranno la crudezza degli strumenti che utilizzeremo”, ha detto l’attuale ministro federale dell’Immigrazione, Mark Miller.

Fraser ha a sua volta affermato che il programma degli studenti internazionali è cresciuto “di centinaia di migliaia di persone ogni anno” negli ultimi due anni, perché “ci sono alcune istituzioni in alcune parti di questo Paese – ha ribadito – che sono nate solo per sfruttare il programma per i guadagni finanziari personali di chi sta dietro a queste scuole”.

Intanto, la prossima settimana ci sarà l’ennesimo “ritiro” (per tre giorni) del governo federale a Montreal proprio per parlare di questa emergenza.

Nella foto, il ministro Sean Fraser (da Twitter X – @SeanFraserMP)

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