Canada

L’inflazione aumenta, rinviato il taglio dei tassi d’interesse di Bank of Canada

TORONTO – Torna a crescere l’inflazione in Canada. La conferma è arrivata ieri dai nuovi dati presentati dall’Istituto nazionale di statistica nei quali viene messo in luce come il costo della vita a dicembre abbia subito un’accelerata, raggiungendo quota 3,4 per cento, rispetto al 3,1 per cento registrato nel mese precedente. Questo più 0,3 per cento era stato ampiamente previsto dagli analisti economici e non rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme: certo, i nuovi rincari vanno in controtendenza rispetto all’obiettivo dichiarato di Bank of Canada, che si aspetta di riportare completamente sotto controllo l’inflazione solamente quando il costo della vita scenderà al di sotto del 2 per cento.

Notizie incoraggianti arrivano invece sul fronte dei prezzi dei generi alimentari. I prodotti che compongono il cosiddetto carrello della spesa a dicembre sono aumentati del 4,7 per cento, valore identico rispetto ai numeri registrati nel novembre del 2023. A influire sulla costante crescita del costo della vita – avverte Statistics Canada nel suo rapporto – sono soprattutto i costi legati all’abitazione, quindi affitti e mutui, mentre su base mensile non ha avuto un peso significato il costo della benzina, un indicatore questo che nel 2022 aveva contributo ad alimentare l’ondata inflazionistica che aveva travolto il Paese.

Con i dati di ieri, inoltre, possiamo tracciare un bilancio definitivo per il 2023. Lo scorso anno, in tutto, l’inflazione è cresciuta del 3,9 per cento, un valore incoraggiante se lo paragoniamo con quello del 2022, quando l’impennata dei prezzi aveva determinato un’inflazione annuale al 6,8 per cento, record degli ultimi 40 anni,

Ma come avevamo accennato, gli ultimi valori sull’inflazione avranno delle conseguenze anche sui tassi d’interesse. Il 24 gennaio Bank of Canada dovrà annunciare la sua decisione sul tasso di sconto e con i valori presentati ieri, l’esito è pressoché scontato: chi si augurava un primo abbassamento dei tassi rimarrà deluso. È quasi sicuro, infatti, che il governatore della Banca Centrale Tiff Macklem lascerà invariati i tassi al 5 per cento, livello più alto degli ultimi 22 anni. Fino a quando non arriveranno segnali decisivi circa un ribasso significativo della corsa al rialzo dei prezzi, Bank of Canada continuerà sulla strada della prudenza. Secondo molti analisti, per arrivare al tanto agognato progressivo taglio dei tassi dovremo aspettare la primavera o la seconda metà di questo 2024.

Macklem nei mesi scorsi ha più volte ribadito la necessità di non fare scelte affrettate che potrebbero mettere in pericolo il lavoro – e i sacrifici dei canadesi – fatti negli ultimi due anni per cercare di riportare l’inflazione sotto controllo.

Ricordiamo che i valori dei tassi d’interesse hanno un peso decisivo anche sui mutui a tasso variabile e sulle altre forme di prestito creditizio. Con i tassi più alti, chi ha un debito dovrà pagare di più e più a lungo. Ma le previsioni generali sono segnate da un cauto ottimismo. Nel terzo e quarto trimestre dell’anno dvremmo assistere a una inversione di tendenza che rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per le famiglie canadesi, già da troppo tempo strette in mezzo alla tenaglia rappresentata dall’alta inflazione e dai mutui alle stelle.

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