Canada

Commissione Ottawa:
i dubbi della polizia
sull’Emergencies Act,
Doug Ford fa muro

TORONTO – La polizia aveva in mano gli strumenti necessari per affrontare l’occupazione di Ottawa? La domanda chiave, sulla quale nella sostanza ruota attorno tutta la commissione d’inchiesta federale sull’utilizzo da parte del governo della legislazione d’emergenza lo scorso febbraio, è risuonata ieri per la prima volta durante la deposizione di Robert Bernier, il sovrintendente di polizia incaricato di coordinare gli sforzi delle forze di sicurezza per contenere la protesta nel centro storico della capitale canadese.

La domanda, ovviamente, implica la sua estrema conseguenza, che riguarda quindi la decisione del governo di applicare la legislazione suddetta per la prima volta nella storia canadese.

Per il primo ministro Justin Trudeau e il suo esecutivo, il governo non aveva scelta se voleva porre fine una volta per tutte all’occupazione del centro di Ottawa. Ma secondo lo stesso Bernier, la risposta non è così univoca: “La legge federale sulle emergenze è stata utile per sgomberare i manifestanti del Freedom Convoy, ma non so se fosse davvero necessaria”.

Bernier in precedenza aveva detto all’udienza che nei giorni precedenti all’attivazione della legislazione da parte del governo, la polizia aveva sviluppato un piano operativo per allontanare i manifestanti basandosi sulle leggi esistenti.

Un piano, quello della polizia cittadina, che non venne mai attuato proprio perché Trudeau decise di attivare l’Emergencies Act, una legge che dava poteri straordinari temporanei alla polizia.

Secondo Bernier, che ha testimoniato sotto giuramento, le forze di polizia provinciali dell’Ontario avevano mobilitato 34 carri attrezzi e autisti pronti a spostare i veicoli che bloccavano le strade intorno a Parliament Hill il giorno prima che il primo ministro Justin Trudeau annunciasse che l’Emergencies Act sarebbe stato invocato.

Bernier ha aggiunto che una volta che la polizia aveva cercato di forzare il blocco, alcuni manifestanti intendevano rimanere e gli agenti “non volevano arrivare allo scontro fisico”.

Durante la manifestazione a Ottawa, la polizia aveva ribadito che uno dei suoi limiti per porre fine alle proteste era stata la riluttanza dei conducenti dei carri attrezzi ad aiutare a spostare centinaia di veicoli che bloccavano le strade intorno a Parliament Hill.

L’Emergencies Act, che è stato invocato il 14 febbraio, ha concesso poteri temporanei e straordinari alla polizia e ai governi per porre fine alle manifestazioni, consentendo alla polizia e ai funzionari della città di requisire i carri attrezzi per spostare i tir e altri veicoli che bloccavano il centro cittadino.

Nel frattempo fa ancora molto discutere la decisione di Doug Ford e del ministro Sylvia Jones di opporsi alla testimonianza obbligatoria emessa nei loro confronti dalla commissione d’inchiesta di Ottawa.

Incalzato ieri dalle opposizioni a Queen’s Park, il premier dell’Ontario ha difeso con forza la sua posizione, indicando come a suo avviso una sua eventuale testimonianza non sarebbe utile. “Si tratta – ha aggiunto Ford durante il Question Period – di una commissione d’inchiesta federale, attivata dal governo federale, per fare luce sulla legislazione d’emergenza federale invocata dall’esecutivo federale”.

Insomma, la patata bollente l’ha in mano il primo ministro Trudeau e il premier non è disposto a raccoglierla.

In ogni caso i legali della commissione hanno inviato al premier l’obbligo di comparizione, un atto che sarà contestato in tribunale dagli avvocati dello stesso Ford.

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