Canada

Trudeau, Poilievre
e Ford alle prese
con nuove nubi all’orizzonte

TORONTO – Clima infuocato nei due livelli di governo. A Ottawa il primo ministro Justin Trudeau e il leader dell’opposizione Pierre Poilievre devono fare i conti con una lunga lista di problemi che stanno animando il dibattito politico di questo primo scorcio del 2023. A Queen’s Park il premier dell’Ontario è alle prese con una serie di nodi che devono essere sciolti, con le opposizioni che incalzano e promettono battaglia nell’assemblea parlamentare provinciale.

Ma andiamo con ordine. Trudeau in questa travagliata fase politica si è trovato in mano la patata bollente delle presunte – ma ormai pressoché accertate – interferenze cinesi durante le elezioni politiche del 2019. E non stiamo parlando solamente di pressioni e interferenze nei social media come era già accaduto in passato, ma di veri e propri finanziamenti ad alcuni candidati. Un’ingerenza inaccettabile da parte di uno Stato straniero, che chiaramente non può essere tollerata da alcun governo. Il primo ministro in questo momento si trova in mezzo al fuoco incrociato. Da un lato l’opposizione vuole fare chiarezza e chiede che venga istituita una commissione d’inchiesta per fare piena luce sull’accaduto. Dall’altro le continue notizie che filtrano alla stampa da parte dei servizi segreti stanno mettendo in difficoltà il leader liberale. Secondo il Canadian Security Intelligence Service (CSIS) l’ufficio del primo ministro era stato prontamente avvertito delle interferenze di Pechino durante la campagna elettorale del 2019, ma il governo non aveva assunto alcun provvedimento in merito a questa delicata questione.

Al netto della controversa vicenda delle interferenze di una potenza straniera sul nostro processo elettorale, Trudeau deve affrontare altre situazioni estremamente delicate. Il suo governo sta scrivendo le linee guida del prossimo budget primaverile, il primo dopo la fine dell’emergenza Covid. Il ministro delle Finanze Christya Freeland dovrà fare quadrare le esigenze di bilancio, con misure per rilanciare l’economia e sostenere la crescita, ma allo stesso tempo con provvedimento volti al rientro dal deficit, il buco di bilancio creato dalle misure straordinarie assunte dall’esecutivo durante la pandemia per sostenere le famiglie, i lavoratori e le aziende canadesi. Insomma, si dovrà trovare una quadra tra diverse esigenze che vanno in direzioni opposte.

Ma se Trudeau non se la passa troppo bene, anche il suo diretto avversario deve fare i conti con alcuni nubi all’orizzonte.

L’ultima, in ordine di tempo, è stata la vicenda riguardante l’incontro di tre deputati federali del suo partito con Christine Anderson, eurodeputata di una formazione politica tedesca di estrema destra (Alternative für Deutschland.), che in passato ha avuto prese di posizioni considerate razziste e intolleranti.

La Anderson è stata in Canada per dare il suo sostegno agli organizzatori del Freedom Convoy nel 2022. Poilievre ha deciso di disinnescare la bomba stigmatizzando il comportamento dei suoi tre deputati, e condannando le posizioni estremistiche dell’eurodeputata.

Ford, nel frattempo, deve fare i conti con la forte opposizione che si sta creando a livello politico così come nell’opinione pubblica alla deriva privatistica del sistema sanitario.

Sabato davanti a Queen’s Park migliaia di persone hanno manifestato contro le privatizzazioni, mentre oggi è prevista una conferenza stampa dell’Ontario Health Coalition nella quale verrà chiesta l’abrogazione del Bill 60, il progetto di legge che spalanca la porte della Sanità all’erogazione di servizi sanitari da parte delle cliniche private.

More Articles by the Same Author: