Canada

Stallo nei negoziati,
il Cupe verso lo sciopero

TORONTO – Un altro passo verso lo sciopero. È quello che ha fatto il Canadian Union of Public Employees (Cupe) che rappresenta 55.000 operatori dell’istruzione dell’Ontario – tra custodi, bibliotecari ed educatori della prima infanzia: dal momento che i negoziati con il governo non riescono a dare alcun risultato il sindacato ha richiesto il cosiddetto “no board” report che potrebbe metterli in una posizione di sciopero legale tra meno di tre settimane.

Il 3 ottobre il Cupe ha annunciato che il 96,5% dei suoi membri hanno votato a favore di una eventuale astensione dal lavoro qualora le trattative con il governo dell’Ontario non riescano a dare i risultati sperati. E adesso, dopo altri due incontri, l’ago della bilancia non si è ancora spostato. “Siamo stati al tavolo per altri due giorni in attesa che il governo e i provveditorati scolastici ci sottoponessero un’offerta ragionevole, ma non è successo – ha affermato Laura Walton, presidente dell’Ontario School Boards Council of Unions (Osbcu) della Cupe – non hanno fatto neppure un passo avanti su questioni chiave. Di conseguenza, siamo stati messi nella posizione di richiedere un rapporto no board per fare pressing e raggiungere un accordo negoziato”.

Se il conciliatore emette un rapporto “no board”, una decisione che di solito richiede un paio di giorni, dà il via a un conto alla rovescia di 17 giorni prima che il sindacato sia in una posizione di sciopero legale. Fino a questo momento Walton non ha indicato se i lavoratori dell’istruzione intraprenderebbero uno sciopero completo, uno sciopero bianco o un’altra linea d’azione.

Il braccio di ferro tra governo e sindacato continua ormai da mesi e una intesa sembra essere davvero lontano se si considera che entrambi sono arroccati su posizioni molto distanti. Mentre il Cupe continua chiedere aumenti annuali dell’11,7% in busta paga il governo offre incrementi di stipendio del 2% all’anno per i lavoratori che guadagnano meno di $ 40.000 e dell’1,25% per tutti gli altri.

La speranza, al momento, è che a sbloccare la situazione possano essere i prossimi due giorni di negoziati in programma il 17 e il 18 ottobre. Colloqui, questi, che però – vista l’irremovibilità delle due parti – potrebbero fare ancora un buco nell’acqua. Il ministro dell’Istruzione Stephen Lecce ha ribadito per l’ennesima volta che il governo è pronto a raggiungere un accordo equo e ha definito irragionevoli le richieste di Cupe. “Dopo essere tornati a scuola per un mese ed essersi messi al passo con lo studio, non riesco a immaginare che genitori e bambini questo fine settimana abbiano ringraziato i sindacati dell’istruzione per l’impegno profuso nel voler interrompere le lezioni”, ha dichiarato Lecce.

Lecce ha anche ribadito che il governo “farà in modo che i bambini rimangano in classe. Punto e basta”. Una linea, la sua, che non lascia spazio a cedimenti soprattutto per quel che concerne la retribuzione. Giovedì scorso il premier dell’Ontario Doug Ford, senza giri di parole, ha minacciato la precettazione. “Non forzatemi la mano”, ha detto ai membri del Cupe. Proseguire sulla strada che porta allo sciopero, ha lasciato quindi intendere, non è affatto una buona idea, non darà loro i frutti sperati.

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