Canada

“L’Emergencies Act è stata d’aiuto
ma l’attivazione non era necessaria”

TORONTO – Utile ma non necessaria. Sono due funzionari dei governi provinciali dell’Ontario e dell’Alberta a bocciare, per la prima volta dall’inizio dei lavori della commissione pubblica di Ottawa, l’utilizzo della legislazione d’emergenza. Mario Di Tomasso, vice solicitor general e Marlin Degrand, vice ministro della Pubblica Sicurezza, hanno fornito la loro versione dei fatti, con le testimonianze che si sono spostate dall’occupazione della capitale da parte dei manifestanti del Freedom Convoy ai blocchi messi in piedi nei valichi di frontiera con gli Stati Uniti.

Di Tomasso ha ripreso la sua deposizione ieri, dopo che mercoledì la sua testimonianza era stata bruscamente interrotta per un malore di un avvocato in aula.

Anche ieri il funzionario del governo dell’Ontario ha ribadito come, a suo avviso, le forze di polizia avessero già in mano tutti gli strumenti necessari per forzare le barricate messe in piedi ai passaggi di frontiera senza che ci fosse il reale bisogno da parte del governo federale di fare ricorso per la prima volta nella storia all’Emergencies Act, una legge che attribuisce poteri speciali temporanei alla polizia e alla magistratura per affrontare l’emergenza.

“Queste misure hanno aiutato – ha sottolineato – anche se a mio avviso non erano necessarie”.

Una tesi questa che è stata sostanzialmente ribadita anche da Degrand. “La legislazione d’emergenza ha avuto un effetto di deterrenza – ha ammesso – ma la convinzione condivisa all’interno del governo dell’Alberta era che per smantellare il blocco di Coutts non ci fosse la necessità di applicarla”. Anche perché – ha poi aggiunto – la polizia era già intervenuta prima dell’annuncio del governo e al valico di frontiera l’emergenza era ormai rientrata prima dell’attivazione delle misure previste dall’Emergencies Act.

Nel frattempo continua a far discutere la posizione assunta da Pierre Poilievre nei confronti della protesta. Il leader conservatore ha ribadito il proprio sostegno al Freedom Convoy così come aveva fatto lo scorso inverno, quando lo stesso deputato di Carleton utilizzò la protesta per dare una spinta decisiva nella corsa alla leadership all’interno del suo partito.

“La mia posizione – ha dichiarato il leader tory – contro le restrizioni pandemiche è la stessa di prima dell’arrivo del convoglio ed è la stessa di adesso”.

“Sostengo quei manifestanti pacifici e rispettosi della legge, che hanno manifestato per le loro vite, mezzi di sussistenza e libertà, condannando qualsiasi individuo che abbia infranto le leggi, si sia comportato male o abbia bloccato infrastrutture critiche”.

Il leader conservatore ha detto che pensa che sia possibile sostenere la “causa generale della libera scelta personale nella vaccinazione” e “la capacità dei camionisti di guadagnare un reddito”, il tutto ritenendo “individualmente responsabile” chiunque abbia infranto la legge. “Questa era la mia posizione prima della protesta, durante la protesta e ora”, ha detto.

Poilievre ha espresso chiaramente il suo sostegno ai camionisti nel bel mezzo delle proteste, arrivando a dire di essere “orgoglioso” di loro.

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