Canada

Insolito calo di voti per i Conservatori
nei distretti ’cinesi’: dubbio interferenze

TORONTO – Sarà un caso che i candidati conservatori che avevano sempre stravinto in certi distretti, da un certo punto in poi sono stati sconfitti da avversari liberali nonostante il calo di consensi del partito di Justin Trudeau? La domanda sorge spontanea alla luce del caso delle interferenze della Cina sulla politica canadese e del servizio pubblicato ieri dal National Post che ha analizzato i risultati elettorali di alcuni distretti in Ontario e British Columbia.

I distretti in questione ospitano un numero elevato di cinesi canadesi ed in tutti è emerso uno schema simile: i candidati conservatori hanno visto un numero significativamente inferiore di sostenitori alle urne, ma i liberali non hanno visto grandi guadagni, fatto che indicherebbe, secondo l’analisi del quotidiano, che non c’è stato un cambio di preferenze politiche da parte degli elettori, ma che, per qualche ragione, un gran numero di elettori non ha votato affatto. Vediamo dove è accaduto.

Markham-Unionville, Ontario: l’ex deputato conservatore Bob Saroya ha vinto il seggio suburbano di Toronto nel 2015 e nel 2019, colorando di blu un’isola solitaria in un mare di rosso liberale in tutta la regione. Nel 2015, Saroya ha ricevuto 24.605 voti, circa 3.000 in più del suo sfidante liberale, conquistando il seggio nonostante nonostante la vitotria di Justin Trudeau. Saroya ha tenuto il seggio nel 2019, ricevendo poco più di 26.000 voti. Nel 2021, però, la sorpresa: il totale dei voti ottenuti da Saroya è diminuito di oltre 7.000 unità e ha perso il seggio. Il vittorioso deputato liberale, Paul Chiang, pakistano di origni cinesi, in quell’occasione ha condotto una forte campagna elettorale raccogliendo quasi 22.000 voti, solo 1.500 voti in più rispetto al precedente candidato liberale, dunque in realtà ha vinto grazie al forte calo del sostegno a Saroya.

È anche vero che Chiang non ha mostrato poi favoritismi evidenti nei confronti della Cina da quando è stato eletto, per esempio votando a favore – il mese scorso – di una mozione che condanna il governo della Cina per il modo in cui tratta il genocidio degli Uiguri.

In British Columbia, l’ex deputata conservatrice Alice Wong ha vinto il seggio per il Richmond Center nel 2015 con più di 17.000 voti e nel 2019 ha ottenuto la riconferma con più di 19.000 voti. Ma nel 2021 il suo conteggio dei voti è sceso di quasi 6.000 unità, fermandosi a 12.668. A vincere è stato un altro cinese canadese, il liberaleWilson Miao, nonostante il voto a favore dei liberali sia aumentato di poco.

Sempre in British Columbia, l’ex deputato conservatore Kenny Chiu ha perso la sua corsa a Steveston-Richmond East (contro un candidato liberale in questo caso non di origine cinese: Parm Bains) dopo che 4.400 sostenitori conservatori in meno hanno votato per lui nel 2021 rispetto al 2019. Chiu, originario di Hong Kong, ha denunciato una campagna di disinformazione contro di lui sui social media cinesi, tra cui WeChat. Inoltre, ha sempre espresso forte critiche contro la repressione della protesta anti-cinese di Hong Kong. Dunque un cinese sgradito alla Cina?

Secondo l’analista di sondaggi Éric Grenier, che gestisce il sito web di The Writ, molti fattori potrebbero spiegare il calo, a cominciare dall’affluenza alle urne complessiva, diminuita del 5% tra il 2019 e il 2021. Ma “è semplicemente impossibile dire cosa” possa avere effettivamente causato il calo dei conservatori.

Andrew Enns, vicepresidente della società di sondaggi Léger, parla invece di “anomalia” e di “tendenza insolita”, affermando che “è anche possibile che i canadesi cinesi si siano inaspriti con i conservatori anche per le posizioni dell’allora leader del partito Erin O’Toole che era generalmente favorevole ad una posizione più aggressiva nei confronti della Cina”.

Nella foto in alto, Kenny Chiu durante l’ultima campagna elettorale (da Twitter @RmdKenny)

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