RAVENNA – Nel 1321 si spegneva quello che l’Italia avrebbe salutato come il Sommo Poeta, il padre della lingua italiana (non senza qualche remora: Bembo vi dice nulla?) nonché autore di uno dei capolavori della nostra letteratura.
Per omaggiare questi 700 anni dalla morte di Durante Alighieri, meglio conosciuto come Dante, in Italia e nel mondo prenderà vita nelle prossime settimane e mesi una serie infinita di iniziative le più variegate: dagli eventi formali ed accademici alle celebrazioni più pop, come, ad esempio, il caso di una nota marca di gelati industriali che alle tre cantiche della Commedia dedicherà tre nuovi gusti in edizione limitata.
Tra le molte e multiformi cerimonie, conferenze, concerti, festeggiamenti e ricorrenze, mi paiono degni di essere ricordati almeno due eventi che riprendono una tradizione antica, più volte anche in anni recenti fatta rivivere dalle voci di attori affermati: penso alla nobile consuetudine della ‘lectura Dantis’.
Su Rai5 Lucilla Giagnoni (dallo scorso 21 febbraio fino al venturo 25 marzo) porta in scena per Rai Cultura “Divina Commedia. Vespri Danteschi” con la lettura di tre canti al giorno, per circa una trentina di minuti. Si tratta di un progetto nato con il supporto del Teatro Faraggiana di Novara, di cui la Giagnoni è direttrice artistica, e che ha preso vita già nel periodo del primo lockdown. Prima di lei si erano cimentati nell’augusta impresa Roberto Benigni, Carmelo Bene, Vittorio Gassmann, Vittorio Sermonti e Giorgio Albertazzi, per citarne alcuni.
La seconda iniziative degna di nota – per la sua natura a tratti sacrale – è la Lettura Perpetua inaugurata il 14 settembre 2020 dal comune di Ravenna. Il progetto prevede che tutti i giorni, tranne il 25 dicembre, presso la Tomba di Dante, venga letto un canto della Commedia.
Vuole essere questo un modo – come si legge nel sito vivadante.it – “per celebrare l’universalità dell’opera dantesca, permettendo a chiunque lo desideri, tra cui anche personaggi famosi, di cimentarsi nella lettura di una delle opere più illustri della storia della cultura italiana”.
E senza dubbio, sentir recitare Dante proprio nell’ora “che volge il disìo” dalla voce della gente comune, come atto forte e deciso di un’ideale comunità che in un testo letterario si riconosce unita e unificata, non può che essere uno dei migliori omaggi all’eterno valore del Sommo Poeta, pellegrino in cielo e in terra, e alla sua Commedia davvero divina.