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Omofobia, il Vaticano contro la legge Zan:
“A rischio la libertà
di pensiero dei cattolici”

TORONTO – Per la prima volta, il Vaticano chiede ufficialmente al governo italiano di modificare un disegno di legge, appellandosi al Concordato, il “patto” che regola i rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica.

Il ddl in questione è quello nato su iniziativa del deputato Pd Alessandro Zan e che è sotto i riflettori da mesi in Italia in quanto, secondo più parti politiche, metterebbe a rischio la libertà di espressione prevedendo pene severe per opinioni inquadrabili come offese fondate “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.

Secondo la Segreteria di Stato del Vaticano, tale ddl violerebbe “l’accordo di revisione del Concordato” e per questo motivo è stata consegnata, lo scorso 17 giugno, all’ambasciata italiana presso la Santa Sede una nota verbale a firma del Segretario del Vaticano per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher, con l’obiettivo “non di bloccare” il ddl Zan ma di “rimodularlo in modo che la Chiesa possa continuare a svolgere la sua azione pastorale, educativa e sociale liberamente”. La questione è stata poi trasmessa dalla Farnesina alla presidenza del Consiglio ed è al vaglio di Palazzo Chigi.

Due i punti evidenziati nel documento.

Nel primo, il Vaticano sottolinea come secondo il testo (che è in discussione al Senato) le scuole cattoliche non sarebbero esentate dall’organizzazione della futura “Giornata nazionale contro l’omofobia”.

Nel secondo, il Vaticano esprime timori per la “libertà di pensiero” dei cattolici, che rischierebbero conseguenze giudiziarie nell’esprimere le loro convinzioni.

Passaggi, questi, che ricordano molto da vicino quanto sta accadendo a Toronto dove è in corso un acceso dibattito, anche con strascichi legali, per l’esposizione della bandiera del “Pride” nelle Scuole Cattoliche.
In alcuni provveditorati, i fiduciari (trustees) vicini al movimento LGBTQ2+ hanno cercato di fare approvare una mozione per approvare l’esposizione della bandiera arcobaleno nelle “loro” scuole in occasione del mese dell’orgoglio omosessuale (giugno): i distretti che hanno respinto tale mozione (solo alcuni l’hanno approvata), hanno ricevuto un “invito” a ripensare la decisione da parte della Ontario Human Rights Commission, che ha ventilato anche azioni legali.

Tornando alla nota consegnata da monsignor Gallagher al governo guidato da Draghi, in essa si evidenzia che “alcuni contenuti della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato”.

La Santa Sede rivendica la legittimità del suo intervento chiamando appunto in causa l’articolo 2 dell’Accordo siglato con la Repubblica italiana nel 1984, laddove si parla di “piena libertà di svolgere la sua missione pastorale e di manifestazione del proprio pensiero”.

“Chiediamo che siano accolte le nostre preoccupazioni”, scrive infine la Santa Sede al governo italiano.

L’iniziativa del Vaticano ha ovviamente acceso il dibattito tra le forze politiche in Italia. “Noi sosteniamo la legge Zan e, naturalmente, siamo disponibili al dialogo”, ha dichiarato il segretario del Pd, Enrico Letta: “Siamo pronti a guardare i nodi giuridici ma sosteniamo l’impianto della legge che è una legge di civiltà”. “C’è un Concordato, il Vaticano chiede il rispetto del Concordato, vedremo la risposta del governo”, ha detto il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. Che ha ribadito: “La posizione di Forza Italia è contro la legge Zan, ma non siamo una caserma e ci sarà qualcuno che può pensarla in maniera diversa. Ma questa legge limita gli spazi di libertà invece di farli crescere: nel testo della proposta ci sono posizioni che finiscono per limitare la libertà di opinione e di espressione”.

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