Canada

Legge sui prezzi senza i liberali: schiaffo a Trudeau

OTTAWA – Mentre il governo federale tenta, inutilmente, da mesi di convincere le grande catene alimentari a sottoscrivere un “codice di condotta” per contenere i prezzi, il leader dell’NDP, Jagmeet Singh, mette la freccia e sorpassa il primo ministro Justin Trudeau, portando avanti un disegno di legge con l’appoggio dei “nemici” suoi e dei Liberali: grazie al voto dei Conservatori e del Bloc Quebecois, infatti, il disegno di legge dell’NDP – che mira a ridurre il costo dei beni di prima necessità – è già passato in seconda lettura alla Camera dei Comuni. I liberali hanno votato contro, ma Singh – che pure appoggia il governo di Trudeau, tenendolo in vita – tira dritto. E c’è anche chi lo accusa di cercare di “soffocare la libera impresa”. La sua risposta a questa accusa è semplice e chiara: “Se pensate che io voglia impedire alla libera impresa di derubare la gente, allora sì, è vero: voglio soffocarla al 100%”.

Per il leader dell’NDP è diventata una questione di principio: affrontare le grandi aziende che ritiene stiano realizzando profitti record mentre la gente comune fatica a permettersi i beni di prima necessità. “Questo è qualcosa di cui le persone stanno diventando davvero consapevoli e questa legge ci offre l’opportunità di risolvere il problema”.

Il disegno di legge, in estrema sintesi, propone sanzioni più severe per la fissazione dei prezzi e stabilisce inoltre regole per prevenire fusioni fra aziende che Singh ritiene possano portare ad abusi.

Com’è noto, sotto la pressione dei sondaggi che evidenziano le difficoltà delle persone ad arrivare a fine mese, i Liberali hanno introdotto alcune misure fra le quali uno “sconto” sui generi alimentari la scorsa estate e modifiche alla legge sulla concorrenza. Inoltre, il ministro federale dell’Industria, François-Philippe Champagne, sta cercando di convincere le grandi catene alimentari a sottoscrivere quel “codice di condotta” che piace ad alcuni ma non a tutti: Walmart e Loblaw, in particolare, sostengono che invece di contenere i prezzi, il “codice di condotta” li farà addirittrura aumentare, ottenendo l’effetto contrario. E l’iniziativa di Singh e dell’NDP si inserisce proprio in questo “stallo”, con lo scopo di recuperare i voti che i Liberali stanno perdendo per il loro immobilismo. Una situazione della quale stanno approfittando anche i Conservatori, che attribuiscono la colpa dell’aumento dei prezzi alla “carbon tax” imposta dal governo federale.

Nell’ultimo anno, Singh ha cercato di attingere alla palpabile rabbia dei consumatori mentre il suo partito cerca di trarre vantaggio dalle preoccupazioni sul costo della vita per espandere la propria presenza politica nelle prossime elezioni federali.

Del resto, un sondaggio condotto da Leger per The Canadian Press ha rilevato che circa il 64% degli intervistati ritiene che l’inflazione dei generi alimentari sia in aumento: solo il 28% ha affermato che il trend è rimasto più o meno lo stesso, mentre solo il 5% afferma che è in calo. E mentre il 27% degli intervistati ha attribuito l’aumento a fattori globali come l’inflazione ed i problemi della catena di approvvigionamento ed il 26% ha affermato che le catene di generi alimentari stanno spremendo i consumatori in nome del profitto, c’è un altro 23% che ritiene che la colpa sia del governo federale.

Il sondaggio, condotto online tra il 16 e il 18 febbraio su un campione di 1.529 canadesi, ha inoltre rilevato che solo un intervistato su quattro, ovvero il 23%, ha affermato di aver trovato utile lo “sconto” sui generi alimentari concesso dal governo federale lo scorso luglio, mentre più della metà (52%) lo ha definito inutile. È naturale che Jagmeet Singh, a caccia di voti, ne approfitti a discapito dell’amico/nemico Justin Trudeau.

Nelle foto in alto, carrelli della spesa (foto di 652234 da Pixabay) ed il leader dell’NDP, Jagmeet Singh (da Twitter X – @theJagmeetSingh)

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