Canada

Si allarga il divario tra i conservatori e i liberali: l’Ndp tallona Trudeau

TORONTO – Il tentativo di recuperare i conservatori in fuga sta fallendo miseramente, almeno per ora. La conferma – l’ulteriore, l’ennesima di questo annus horribilis – della crisi dei liberali arriva dall’istantanea scattata dalla Nanos Research attraverso l’ultimo sondaggio secondo il quale se si dovesse votare in questo momento il partito di Pierre Poilievre raggiungerebbe quota 40,6 per cento, con una crescita dell’1,9 per cento rispetto alla precedente rilevazione demoscopica.

Allo stesso tempo, il trend negativo del partito del primo ministro si ripete con una preoccupante continuità: non solo Justin Trudeau non riesce ad invertire la rotta nei sondaggi, ma addirittura registra l’ennesima battuta a vuoto, con un sostanziale calo del 2,4 per cento posizionandosi al 23,8 per cento.

In questo momento quindi, la principale preoccupazione dei liberali non sarebbe tanto quella di un’improbabile rimonta coronata dalla vittoria alle urne, ma la difesa del futuro ruolo di opposizione ufficiale alla House of Commons. E questo perché l’Ndp, che dalle elezioni del 2015 recita il ruolo del terzo incomodo, è in piena corsa per il secondo gradino del podio, con il 21,9 per cento delle intenzioni di voto, 0,8 per cento in più rispetto all’ultimo sondaggio. In questo momento, quindi, tra liberali e Ndp sussiste una sostanziale parità statistica, visto che alle percentuali rilevate da Nanos bisogna sottrarre o aggiungere il margine di errore.

Per quanto riguarda gli altri partiti, l’unico a registrare una crescita è il Green Party di Elizabeth May, che raggiunge quota 5,1 per cento, con un più 1,6 per cento rispetto all’ultima rilevazione. In calo sia il People’s Party di Maxime Bernier – 1,5 per cento delle intenzioni di voto, meno 0,7 per cento – sia il Bloc Quebecois, che perde l’1,4 per cento del consenso e si stabilizza al 6,2 per cento, a causa della repentina e inaspettata crescita dell’Ndp e dei conservatori nella provincia francofona.

Ma per il primo ministro le cattive notizie non arrivano solamente dalla rilevazione dei rapporti di forza tra i singoli partiti. Sempre secondo il sondaggio della Nanos Research, anche il livello di popolarità personale di Trudeau è ormai ai minimi storici. Alla domanda rivolta agli intervistati riguardo il leader politico migliore per esercitare il ruolo di primo ministro, il 35,8 per cento del campione ha risposto Poilievre, mentre il leader liberale si deve accontentare di un poco incoraggiante 20,3 per cento. Secondo la Nanos, il livello di crescita nelle intenzioni di voto per Poilievre non ha riscontri per un leader conservatore negli ultimi dieci anni: bisogna infatti tornare all’era di Stephen Harper per avere dei livelli di consenso così alti.

Ora il tempo a disposizione per il primo ministro è davvero poco. Con il budget federale alle porte, Trudeau deve fare anche i conti con il pressing del leader dell’Ndp Jagmeet Singh e con il suo ultimatum per la presentazione del piano nazionale sui farmaci: il segretario ndippino ha dato tempo fino al primo marzo al governo liberale per portare in parlamento un progetto di legge sul Pharmacare.

Superata la deadline, i neodemocratici potrebbero staccare la spina all’esecutivo, con la conseguente crisi di governo e le elezioni anticipate.

More Articles by the Same Author: