OTTAWA – Il premier del Quebec, François Legault, ha chiesto al governo federale di creare “zone di attesa” per i richiedenti asilo, come avviene in Francia: il Canada, secondo lui, dovrebbe trarre ispirazione dal Paese europeo e le zone di attesa potrebbero essere situate vicino agli aeroporti oppure in altre parti del territorio.
Il premier del Quebec chiede da mesi al governo federale di ridistribuire gli aspiranti rifugiati in tutto il Canada. A suo dire, infatti, il Quebec ospita il 45% dei richiedenti asilo del Paese, nonostante rappresenti solo il 22% della popolazione. “Possiamo pensare di avere ‘zone di attesa’ in altre province?” ha detto.
In Francia, le persone che arrivano in nave, treno o aereo possono essere collocate in una “zona di attesa” alla frontiera per un massimo di 26 giorni se chiedono asilo, se gli viene rifiutato l’ingresso o se gli viene negato l’imbarco nel Paese di origine.
Tuttavia, la proposta del premier del Quebec non è piaciuta al ministro federale dell’Immigrazione, Marc Miller, che ha accusato Legault di utilizzare l’immigrazione per fini politici. “Penso che stia cercando disperatamente di mantenere l’attenzione del pubblico sulla questione dell’immigrazione”, ha detto Miller, aggiungendo di “non avere idea di cosa esattamente il Quebec stia chiedendo”.
L’ex ministro dell’immigrazione del Quebec, Christine Fréchette, il 22 luglio scorso aveva però già inviato una lettera a Miller ed al ministro federale degli affari intergovernativi Dominic LeBlanc, delineando la proposta e suggerendo di “creare un sito di transizione sicuro” per trattenere i richiedenti asilo prima che vengano trasferiti in giro per il Canada.
“Crediamo che sia essenziale che il governo federale istituisca e gestisca rapidamente questa infrastruttura transitoria in tutto il Canada”, aveva scritto, osservando che “diversi Paesi, che sono parti delle stesse convenzioni internazionali del Canada, hanno creato siti di questo tipo”, tra cui la Francia.
La settimana scorsa, il primo ministro Justin Trudeau ha criticato Legault per la sua posizione sull’immigrazione di fronte al presidente francese Emmanuel Macron, in visita in Canada. Trudeau ha accusato Legault di diffondere falsità e di ritardare la presentazione di un piano per ridurre il numero di richiedenti asilo portati nella provincia.
Martedì, in reazione, Legault si è difeso dall’accusa di inerzia, dicendo che presenterà un disegno di legge questa settimana per fissare un numero massimo di studenti internazionali che il Quebec accetterà. Attualmente nella provincia ci sono 120.000 studenti di questo tipo.
Legault ha inoltre affermato che è ancora in corso un’analisi dell’impatto che il tetto massimo di studenti proposto avrà sulle scuole, aggiungendo che il numero massimo di studenti stranieri per scuola deve ancora essere determinato. “Quindi agiamo sulla parte che controlliamo”, ha detto.
Legault ha ribadito che il Quebec ha il controllo solo su 180.000 dei 600.000 immigrati temporanei nella provincia, tra cui 60.000 immigrazioni legate all’economia e 120.000 studenti internazionali.
Trudeau ha a sua volta insistito sul fatto che Ottawa ha adottato numerose misure per ridurre il numero di residenti non permanenti nel Paese, inclusa la reintroduzione dei visti per i viaggiatori messicani e l’aggiunta di criteri di ammissione per i lavoratori stranieri temporanei. Ma, evidentemente, al Quebec non basta.
In alto: il premier del Quebec, Francois Legault, con il presidente francese Emmanuel Macron durante il loro incontro, nei giorni scorsi (foto da Twitter X – @FranceQC)