TORONTO – Al via la Convention nazionale del Partito Liberale. Un appuntamento che secondo molti analisti politici potrebbe essere l’ultimo prima di un possibile voto anticipato, visti anche gli scossoni che hanno attraversato la maggioranza negli ultimi mesi e che hanno messo a nudo la fragilità del patto di legislatura tra gli stessi liberali di Justin Trudeau e l’Ndp di Jagmeet Singh.
L’obiettivo dichiarato del governo è quello di tenere duro e arrivare alla scadenza naturale di questa legislatura nel 2025. Ma un sano e prudente realismo potrebbe portare a pensare che l’appuntamento alle urne sia più vicino di quanto non voglia ammettere il primo ministro. La Convention si è aperta con il previsto intervento di Trudeau e con l’esposizione di alcuni temi che dovranno essere votati: la giornata lavorativa di quattro giorni, il rientro del deficit con il pareggio di bilancio e una lunga lista di policies che potrebbero entrare nell’agenda di governo nel caso in cui arrivasse il via libera da parte dei delegati. Tra gli interventi previsti a Ottawa, anche quelli della ex segretaria di Stato americana Hillary Clinton e quello dell’ex primo ministro Jean Chretien.
Ma in contemporanea con l’avvio dei lavori della Convention, non giungono buone notizie dai sondaggi, che continuano a mettere in luce come il Partito Liberale negli ultimi mesi sia stato relegato al secondo posto nelle intenzioni di voto dei canadesi e di come, allo stesso tempo, il livello di popolarità del primo ministro sia ormai ai minimi storici. Secondo un’indagine demoscopica della Angus Reid, il 57 per cento dei canadesi ha un giudizio negativo – con vari gradi si sfumature – nei confronti di Trudeau e più in generale dell’operato del governo.
Per comprendere come la situazione sia preoccupante, basta guardare i dati dello scorso anno, quando questa percentuale non superava il 37 per cento. Per quanto riguarda il rapporto di forza tra i singoli partiti, un sondaggio presentato ieri da Abacus rivela che i conservatori, se si dovesse votare in questo momento, raggiungerebbero quota 33 per cento mentre il Partito Liberale non andrebbe oltre il 31 per cento.
Ma il divario tra le due formazioni politiche è ben più ampio rispetto a quanto messo in luce da questi numeri: la distribuzione del consenso nei singoli distretti federali favorirebbe nettamente il partito guidato da Pierre Poilievre, che si troverebbe sulla buona strada per conquistare una larga maggioranza alla House of Commons in caso di voto anticipato. Ora, con la Convention, i liberali vogliono invertire la rotta: vedremo se saranno in grado di convincere l’elettorato canadese.
In alto, un’immagine d’archivio di una convention liberale (foto Liberal Party of Canada)
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