TORONTO – Si rialza il sipario sulle interferenze straniere: ieri sono infatti ripresi i lavori dell’inchiesta pubblica che entra nella sua seconda fase di udienze. È previsto l’ascolto di oltre sessanta testimoni nelle prossime cinque settimane, tra cui parlamentari, ministri e lo stesso primo ministro Justin Trudeau.
L’inchiesta, guidata dal giudice della Corte d’Appello del Quebec Marie-Josée Hogue, è stata avviata, com’è noto, in seguito alle accuse mosse alla Cina di “interferire” nelle elezioni federali canadesi del 2019 e del 2021.
Nel suo rapporto iniziale, reso pubblico a maggio, Hogue ha scoperto che, sebbene fosse possibile che si verificassero interferenze straniere in un piccolo numero di elezioni, ciò non aveva influenzato i risultati elettorali complessivi.
Adesso, nella seconda fase, l’indagine si concentrerà su quanto il governo sia attrezzato per combattere le interferenze straniere (non solo cinesi) nelle elezioni e su come tale capacità si sia evoluta nel tempo.
Finora, come scrive in un ampio servizio la Senior Reporter Elizabeth Thompson della CBC, più di 140 individui e gruppi hanno risposto all’invito a presentare proposte, comprese proposte riservate. In agosto e settembre, la Hogue ha viaggiato nel Paese per incontrare, in luoghi segreti, i membri delle varie comunità della diaspora, i quali hanno condiviso le loro esperienze e delineato le misure che ritengono possano proteggerli meglio.
Nel corso di 22 incontri, Hogue ha incontrato 105 persone provenienti da diverse comunità della diaspora: cinesi, uiguri, di Hong Kong, tibetani, sikh, indiani, russi, praticanti del Falun Gong, ucraini, tamil, eritrei, tigrini e iraniani.
Adesso epr lei si apre dunque una nuova fase di ascolto: l’attuale fase delle udienze pubbliche dell’inchiesta durerà fino al 16 ottobre, seguita da cinque giorni di consultazioni politiche che inizieranno il 21 ottobre.
C’è poi un altro rapporto, con il quale si dovranno “fare i conti”: si tratta di quello presentato, a giugno, dal Comitato dei parlamentari per la sicurezza e l’intelligence nazionale (NSICOP): nel suo rapporto di 84 pagine, il comitato interpartitico di parlamentari e senatori ha affermato che alcuni parlamentari hanno aiutato attivamente governi stranieri come Cina ed India ad interferire nella politica canadese.
La commissione guidata dalla Hogue intenderebbe chiamare questi testimoni nelle prossime udienze pubbliche, ma non verranno fatti i nomi di quei parlamentari, poiché le accuse contenute nel rapporto del NSICOP si basano su informazioni riservate che non possono essere divulgate ai parlamentari accusati di aver aiutato governi stranieri.
Nella foot in alto, la giudice Marie-Josée Hogue che è alla guida della commissione d’inchiesta sulle interferenze straniere (foto da Twitter X – Foreign Interference Commission – @PIFIEPIE)