TORONTO – Han Dong ha gettato la spugna. Il deputato di origine cinese finito nella bufera delle “interferenze” ha annunciato, ieri, in lacrime (nella foto sopra), le sue dimissioni dai Liberali: da oggi siederà dunque nella House of Commons come deputato indipendente.
“Continuerò a servire i residenti di Don Valley North (a Toronto, dove è stato eletto, ndr) come membro indipendente di questa Camera. Sto facendo questi passi straordinari perché sedere nel ‘caucus’ del governo è un privilegio e la mia presenza potrebbe essere vista come un conflitto”, ha detto Dong, aggiungendo che nel frattempo lavorerà per riabilitare il suo nome.
Citando “fonti di sicurezza nazionale” anonime, Global News ha riferito, ieri, che Dong nel febbraio del 2021 avrebbe detto ad un alto diplomatico cinese che la Cina avrebbe dovuto ritardare il rilascio di Michael Kovrig e Michael Spavor, i due canadesi che erano stati imprigionati in Cina dal 2018 al 2021, per evitare di avvantaggiare il Partito Conservatore. Dong ha ammesso di aver parlato con il funzionario cinese per discutere dei due Michael, ma ha negato le accuse di aver spinto per ritardare il loro rilascio. E sempre ieri, alla Camera, ha assicurato ai parlamentari di non aver fatto “nulla per causare alcun danno” ai due Michael e “ha lavorato sodo per difendere il loro interesse”.
Il mese scorso, Global News aveva anche riferito che Dong era “preferito” da Pechino ad un altro liberale cinese canadese e che era un “affiliato consapevole” delle reti di interferenza cinesi.
“I resoconti dei media hanno citato fonti non verificate, anonime, che hanno attaccato la mia reputazione e messo in discussione la mia lealtà al Canada. Sia chiaro, quanto riportato è falso. E mi difenderò da queste affermazioni assolutamente false”, ha detto Dong che poi si è emozionato quando ha iniziato a parlare della sua famiglia. “La verità ci proteggerà”, ha detto. Al termine, Dong ha ricevuto gli applausi di alcuni parlamentari liberali presenti in aula.
Parlando con CTV nell’atrio della Camera, alcuni parlamentari liberali hanno affermato che è stata “una serata difficile”. E qualcuno ha spezzato una lancia per Dong. “Sono fiducioso che quando la verità sarà rivelata e tutto questo sarà finito, avremo una migliore comprensione di quello che è successo. Nel frattempo, rispetto Dong per la decisione che ha preso… so che gli importa del nostro Paese”, ha detto il parlamentare liberale Charles Sousa, che ha lavorato con Dong nella legislatura dell’Ontario (Dong era stato eletto per la prima volta a livello federale nel 2018 ed in precedenza era stato deputato provinciale).
Prima dell’annuncio di Dong, il leader conservatore Pierre Poilievre aveva twittato che le accuse nei suoi confronti erano “seri rapporti di azioni che minacciano il nucleo della nostra democrazia canadese”. Il leader dell’NDP, Jagmeet Singh, aveva chiesto che Dong fosse rimosso dal caucus liberale in attesa di un’indagine su quelle “accuse gravissime”. Entrambi i leader hanno poi ribadito la loro richiesta di un’inchiesta pubblica indipendente sull’ingerenza straniera negli affari canadesi, finora sempre negata dal primo ministro Justin Trudeau.
Dong non è l’unico politico coinvolto in accuse di interferenza straniera. E la questione è trasversale. Il deputato dell’Ontario Vincent Ke si è dimesso dal caucus dei Conservatori Progressisti all’inizio di questo mese dopo essere stato accusato, in un articolo pubblicato sempre da Global News, di essere stato coinvolto in reti di interferenza cinesi: accuse che Ke nega con fermezza.
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