Erin O’Toole presenta
la piattaforma tory,
Singh contro Trudeau

TORONTO – Rilancio dell’economia, sostegno alla crescita, rafforzamento delle misure anti-Covid, aumento dei fondi per la Sanità. Sono questi i principali provvedimenti contenuti nella piattaforma elettorale del Partito Conservatore presentata ieri dal leader tory Erin O’Toole. Si tratta di un corposo documento di 160 pagine, con il quale O’Toole cerca di gettare le basi per raggiungere quella fetta di elettorato non soddisfatta del lavoro svolto dal primo ministro uscente durante la pandemia.

Il leader conservatore, durante una conferenza stampa, ha ribadito come il partito sia pronto alla svolta. “Probabilmente – ha detto – avrete notato che nel nostro programma sono presenti delle idee che non avevate mai sentito prima da conservatori come me. È giunto il tempo per i conservatori di affrontare seriamente temi come l’ineguaglianza, perché sta diventando un problema drammatico in tutto il Paese”. Ineguaglianza – è questo il ragionamento di O’Toole – che è stata alimentata anche dalla crisi provocata dal Covid e dai provvedimenti, giudicati insufficienti, approvati dal governo liberale.

Il leader tory è innanzitutto intenzionato a eliminare il piano nazionale per gli asili nido voluto da Trudeau: i fondi investiti saranno invece indirizzati direttamente alle famiglie. Nel caso in cui i conservatori dovessero vincere le elezioni, il nuovo governo aumenterebbe i fondi federali destinati alle province per il settore sanitario: la crescita sarebbe del 6 per cento rispetto al tasso attuale, pari a circa 60 miliardi di dollari per i prossimi dieci anni.

Uno degli obiettivi presenti nella piattaforma elettorale è quello di arrivare alla svolta sul fronte occupazionale: recuperare tutti i posti di lavoro persi durante la pandemia e favorire le nuove assunzioni.

Spazio anche agli investimenti, con la proposta di sgravi fiscali del 25 per cento fino a 100mila dollari per i canadesi che investiranno nelle piccole imprese nell’arco di due anni. Tra le misure proposte anche quella della “GST Holiday”, lo stop cioè di un mese per i negozi al pagamento della tassa federale sulle vendite.

Trudeau invece, ha dato il via alla sua campagna elettorale a Longueuil, in Quebec, mentre nel pomeriggio ha tenuto un comizio elettorale a Cobourg. Il primo ministro uscente ha sottolineato i risultati raggiunti dal suo esecutivo negli ultimi sei anni e ha difeso con forza l’azione di governo durante la pandemia. “Gli ultimi 17 mesi – ha sottolineato – sono stati come nessuno avrebbe mai potuto immaginarli. E adesso ci chiediamo come saranno i prossimi 17 mesi, o 17 anni. Abbiamo di fronte una pandemia globale, una recessione globale, una crisi climatica globale che sta provocando incendi e allagamenti in tutto il mondo”.

Secondo il leader liberale, c’è ancora molto da fare nella lotta al Covid-19, nella creazione delle misure necessarie per contenere la pandemia e nella pianificazione delle proposte concrete per rilanciare l’economia così duramente colpita dalla pandemia e sostenere la crescita e il lavoro. Un compito titanico, reso ancora più difficile dal fatto che fino a questo momento era in carica un governo di minoranza.

Trudeau punta quindi ad arrivare alla maggioranza dei seggi. “Noi – ha concluso – crediamo che la più importante responsabilità del governo sia quello di garantire la sicurezza dei canadesi e la loro prosperità. Ed è quello che continueremo a fare”.

Jagmeet Singh ha deciso di iniziare la campagna elettorale da Toronto. E lo ha fatto lanciando un messaggio chiaro rivolto al primo ministro uscente: il Canada deve cambiare le sue politiche di sostegno, aiutando le fasce meno abbienti della popolazione.

Il leader neodemocratico ieri ha promesso che, in caso di vittoria, chiederà la restituzione dei fondi del Canadian Emergency Wage Subsidy (CEWS), ricevuti dai dirigenti delle aziende durante la pandemia sui quali, tuttavia, non vi è stato un controllo capillare sul reale utilizzo. Allo stesso tempo Singh si impegna a indirizzare questi fondi direttamente ai lavoratori colpiti dalla crisi provocata dal Covid. “I canadesi – ha dichiarato – hanno fatto fatica a pagare le loro bollette e a mantenere un tetto sopra di loro e adesso la pandemia ha peggiorato la situazione. Noi chiediamo che i CEO paghino quanto dovuto, di modo che le famiglie canadesi non debbano pagare completamente il prezzo della pandemia”.

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