Canada

Carney scende in campo, guanto di sfida a Freeland

TORONTO – La corsa alla leadership liberale entra nel vivo. Oggi a Edmonton Mark Carney (nella foto sopra) è pronto ad annunciare la sua candidatura, ponendo fine a voci, speculazioni e smentite sul suo ingresso nella politica attiva. L’ex governatore di Bank of Canada è il primo tra i big della galassia liberale a confermare la sua intenzione di raccogliere il testimone dal primo ministro dimissionario Justin Trudeau, dopo la rinuncia di numerosi potenziali candidati: negli ultimi giorni si sono fatti da parte i ministri Melanie Joly, Dominic, Leblanc, Anita Anand, Francosi-Philippe Champagne e Steve MacKinnon. Allo stesso tempo, dopo un lungo tira e molla, ha rinunciato alla corsa anche l’ex premier della British Columbia Chrysty Clark.

Sin dalla crisi scaturita dalle dimissioni di Chrystia Freeland dal ministero federale delle Finanze, Carney ha lavorato sottotraccia per mettere in piedi un’organizzazione nazionale con l’obiettivo di promuovere la sua candidatura. Allo stesso tempo l’ex governatore della Banca Centrale canadese ha alimentato la fitta rete di contatti con deputati, ex parlamentari, senatori e politici degli altri livelli di governo per assicurarsi il sostegno necessario che sarà fondamentale nella corsa che culminerà il prossimo 9 marzo con l’elezione del nuovo leader del Partito Liberale, che automaticamente diverrà anche il 24° primo ministro del Canada.

Quella che si prospetta nelle prossime settimane è una sfida a due tra lo stesso Carney e la Freeland, che annuncerà la sua candidatura nei prossimi giorni, prima comunque di lunedì, quando a Washington ci sarà il passaggio di consegne tra la vecchia amministrazione guidata da Joe Biden e il presidente eletto Donald Trump. Potenziale terzo incomodo in questa sfida sarà Karina Gould, attuale capogruppo liberale alla Camera, mentre quelle del deputato Chandra Arya, dell’ex parlamentare Frank Baylis e dell’mp Jaime Battiste sembrano più che altro candidature di disturbo, che dovranno superare il primo importante scoglio dell’impegno finanziario che dovrà assumersi ogni candidato ufficiale.

La tempistica della corsa alla leadership, infatti, prevede una parcella molto salata per i pretendenti: ben 350mila dollari da consegnare la partito.

E proprio ieri l’organizzazione che si occupa delle regole della leadership ha comunicato come dovrà essere saldato questo conto. Entro il 23 gennaio ogni candidato dovrà depositare 50mila dollari, totalmente rimborsabili. Tempo una settimana, arriverà il secondo pagamento di 50mila dollari, e da questo momento i soldi consegnati non saranno più rimborsabili. Gli altri pagamenti, due da 125mila dollari, dovranno essere effettuati entro e non oltre il 7 febbraio e il 17 febbraio.

Nel frattempo iniziano ad arrivare i primi sondaggi sulla corsa. Ieri Leger ha pubblicato un’indagine demoscopica per capire quali siano gli umori dell’elettorato grit in vista della leadership. Ebbene dall’istantanea che ne scaturisce, Carney si troverebbe al 27 per cento, seguito dalla Freeland al 21, mentre il resto è suddiviso da una miriade di papabili nettamente staccati.

Per capire i reali rapporti di forza, comunque, dovremo aspettare ancora un po’, fino alla definizione della griglia definitiva dei candidati. La scadenza per iscriversi alla corsa è stata fissata per il 23 gennaio.

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