Canada

Treni fermi: danni economici e disagi, ma il governo dorme

AGGIORNAMENTO: Parlando a Ottawa quasi 24 ore dopo che migliaia di lavoratori delle due principali compagnie ferroviarie del Paese sono entrati in sciopero, il ministro federale del Lavoro, Steve MacKinnon, ha detto che utilizzerà i suoi poteri ai sensi del Codice del lavoro canadese per “garantire la pace industriale” e imporre un arbitrato finale e vincolante. Intanto, lo sciopero continua.

TORONTO – Ieri, le due più grandi ferrovie canadesi si sono fermate, confermando così lo sciopero proclamato 72 ore prima dalla Teamsters Canada Rail Conference per chiedere migliori condizioni per i propri associati: oltre 9mila lavoratori in tutto il Paese. E lo sciopero – tuttora in corso mentre scriviamo – ha già causato disagi e danni economici che rischiano di assumere proporzioni preoccupanti se l’agitazione – che non ha precedenti nella storia canadese – non rientrerà.

Cresce, dunque, la pressione per un intervento del governo federale che, fino a ieri, sembra aver “dormito” sulla questione, visto che le parti in causa – i sindacati e le compagnie ferroviarie – sono state incapaci di raggiungere un accordo. “Stiamo prendendo la cosa molto sul serio. Non la prendiamo alla leggera, ovviamente, perché i canadesi in tutto il Paese sono preoccupati”, ha detto ieri il primo ministro Justin Trudeau. “Questo è qualcosa che ha un impatto in tutto il Paese, dai lavoratori, alle imprese, agli agricoltori, ai consumatori, che saranno colpiti. Ecco perché siamo su questo”, ha detto Trudeau, senza specificare però in quale modo, concretamente, “siamo su questo”, tant’è che i grandi gruppi imprenditoriali continuano a premere affinché il governo federale intervenga con i fatti, sia attraverso l’attuazione di disposizioni del codice del lavoro che deferiscano la controversia al Canada Industrial Relations Board per un arbitrato vincolante, sia attraverso una apposita legislazione sul ritorno al lavoro per scongiurare uno sciopero lungo e dannoso per l’economia. Ipotesi, quest’ultima, improbabile visto che obbligherebbe il governo federale a richiamare il Parlamento che è attualmente in pausa estiva fino alla metà di settembre e visto che, comunque, la minoranza liberale dovrebbe anche assicurarsi il sostegno, per quella legislazione, di un altro partito politico.

Risultato di questo immobilismo politico: da ieri, i lavoratori della Canadian National Railway (CN) e della Canadian Pacific Kansas City (CPKC) sono fermi, in quella che è la prima interruzione contemporanea delle due compagnie ferrovarie nella storia del Canada. Un bel record, negativo, per il governo di Justin Trudeau.

“Né CN né CPKC hanno ceduto alla loro spinta per indebolire le protezioni sui periodi di riposo e sulla programmazione, aumentando il rischio di problemi di sicurezza legati alla fatica”, si legge nella dichiarazione di Teamsters Canada. “La CN continua inoltre a chiedere un programma di ricollocamento forzato, che potrebbe comportare l’ordine ai lavoratori di spostarsi attraverso il Paese, distruggendo le loro famiglie”.

Secondo la Railway Association of Canada, le linee di trasporto critiche colpite dalla chiusura trasportano merci per un valore di oltre 1 miliardo di dollari ogni giorno. Allo stop, inoltre, sono interessati più di 32.000 pendolari ferroviari a Montreal, Vancouver e Toronto dove infatti ieri si sono registrati disagi in alcune aree della GTA.

Le trattative contrattuali sono in corso a Montreal e Calgary, mentre i picchetti aumentano. E il Parlamento è in vacanza.

Nell’immagine in alto, i lavoratori dell’Halifax TCRC Division 247, ieri, in una foto pubblicata su Twitter X da @TeamstersCanada

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