Il Commento

Tradimento politico, Bruto è ancora fra di noi

TORONTO – È la fine d’anno. Tradizionalmente, la stampa e i media cercano “buone notizie” per colmare un divario stagionale di notizie riportabili/interessanti. Il Corriere Canadese non fa eccezione in questo senso: cerchiamo di evitare il tema ripetitivo “il pesce più grande mangia il pesce più piccolo”. Cioè, fino a quando esempi convincenti di commedia drammatica non spazzino via ogni senso di sanità mentale.

A differenza dei nostri cugini del regno animale, che sono guidati dall’istinto e dalla routine, noi siamo esseri umani dotati di intelligenza e libero arbitrio, qualità a volte interpretate [forse erroneamente o opportunisticamente] come la capacità di distinguere tra “giusto e sbagliato”, e di agire di conseguenza.

La storia è disseminata di esempi che sfidano questa affermazione. Anche nel regno del Monarca per i Diritti Umani, i cui sudditi hanno ora dirigono la punta affilata delle loro armi nella sua direzione… “Et tu Brute”, qualcuno?

Quella storia abbraccia lo sviluppo delle civiltà attraverso i millenni e i continenti. I miei preferiti sono quelli con cui ho una maggiore conoscenza o associazione: il greco-romano. Descrivono e ispirano ancora molti spiriti creativi nella società contemporanea. Il tradimento è un tema comune.

Le luci brillanti che illuminano il pensiero politico nell’ambiente partigiano di Ottawa devono aver manomesso il filamento delle lampadine, il che potrebbe averli allertati sulle “trappole che tutti dall’esterno possono vedere”. In altre parole, fai attenzione alle ferite autoinflitte.

Dal giuramento del nuovo gabinetto, il giorno prima che la Camera dei Comuni si aggiornasse per la pausa invernale, non meno di tre caucus regionali del Partito Liberale federale si sono incontrati per deliberare sul futuro del Partito (leggi eleggibilità) sotto la guida del primo ministro Justin Trudeau. I risultati sono stati governati da una stretta osservanza di una pratica consolidata nel tempo di “rimanere sul messaggio” e lasciare che “solo coloro che sono autorizzati a parlare” gestiscano i media. In alcuni ambienti si parla di “omertà”, termine non lusinghiero nelle democrazie che rivendicano una trasparenza virtuosa.

A quanto pare, l’Ontario Caucus aveva tenuto una riunione che suggeriva al Primo Ministro di andarsene.
I resoconti della stampa hanno inoltre affermato che non un solo parlamentare si è alzato per contrastare quella “proposta”. Mentre il Corriere stava facendo sforzi per incoraggiare i parlamentari a confermare o smentire, senza successo, il caucus dell’Atlantic, di cui il ministro Domenic Leblanc è membro, ha pubblicato una lettera (pubblicata sulle nostre pagine, il 30 dicembre) che sostanzialmente confermava i risultati del Caucus dell’Ontario: Con questo leader, non abbiamo alcuna possibilità di vincere le prossime elezioni. Ahime.
Il simbolo nazionale del paese, il castoro, deve essere stato impegnato a sfondare la sua propria diga. Come se fosse un segnale, lunedì, The Hill Times ha “svelato la storia” (confermato) che l’Ontario Caucus si era effettivamente riunito ed era giunto alla stessa conclusione, senza che nessuno prendesse le difese del Leader.

La deputata Judy Sgro è stata protagonista in modo prominente nella narrazione. Ancora una volta, nessun ministro del gabinetto è venuto in soccorso di Trudeau. Sembra che il messaggio sia “siamo lasciati a noi stessi”, quindi “non incolpateci per aver abbandonato la nave prima di VOI”. Ne abbiamo già avuto esperienza elettorale in Ontario.

Per non essere da meno, quello stesso giorno, il presidente del Quebec Caucus, di cui lo stesso Trudeau è membro, ha annunciato che il Partito potrebbe cessare di esistere elettoralmente se il Primo Ministro non ascoltasse il sentimento di andarsene.

Ipsos, la società di sondaggi, ha detto che il partito, ora al 16% tra gli elettori decisi, è ora saldamente al terzo posto. In effetti, nel Quebec, l’ultima persona in piedi accanto alla bandiera liberale potrebbe essere la deputata Patricia Lattanzio, ironicamente l’individuo inizialmente rifiutato dal primo ministro come candidato per St. Leonard-St. Michel, nel 2019, fino a quando il Corriere ha condotto una campagna prima delle elezioni sottolineando l’assurdità della sua posizione. Di questo passo…

… e… Poi non ce piu’ nessuno, come avrebbe detto la scrittrice Agatha Christie.

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