Toronto

Toronto, la carica dei 102
per la poltrona di sindaco

TORONTO – È proprio il caso di dirlo: gli elettori di Toronto avranno l’imbarazzo della scelta, il prossimo 26 giugno, quando si recheranno alle urne per scegliere il prossimo sindaco della loro città. Le candidature per le elezioni suppletive straordinarie per scegliere un nuovo primo cittadino, dopo le dimissioni di John Tory, si sono chiuse ufficialmente alle 14 di venerdì e secondo il sito web della Città sono ben 102 i candidati registrati: attuali ed ex consiglieri comunali, ex parlamentari e deputati, attivisti civici, amministratori scolastici ma anche tanta gente comune che probabilmente vuole soltanto “vedere l’effetto che fa” avere il proprio nome sulla scheda elettorale. Una scheda che si preannuncia chilometrica, dato il numero di nomi che dovrà contenere.

Ma, dicevamo, quasi la metà degli aspiranti sindaci in realtà non sembra davvero interessata a partecipare alla campagna elettorale, come si intuisce dall’elenco dei candidati pubblicato sul sito del Comune: 46 di essi non hanno infatti fornito alcun tipo di contatto (e-mail o numero di telefono), né hanno attivato profili sui social network né siti web per farsi conoscere dagli elettori e condividere idee e programmi. E solo una trentina degli oltre cento candidati ha un profilo completo, con tutti i contatti e le pagine web e “social” necessarie per raggiungere i cittadini.

Intanto, gli ultimi sondaggi vedono ancora in testa l’ex parlamentare Olivia Chow, compreso l’ultimo pubblicato venerdì da Mainstreet Research che ha intervistato 1.205 elettori di Toronto tra il 10 e l’11 maggio: il 31% degli elettori decisi intende votare per la Chow; seguono il 15% per Ana Bailão, il 12% per Mark Saunders, il 10% per Josh Matlow, il 9% per Mitzie Hunter, il 7% per Anthony Furey, il 6% per Brad Bradford e il 5% per per Chloe Brown. “Sembra che stia diventando una corsa a due, tre” ha detto il presidente di Mainstreet Research, Quito Maggi, venerdì mattina a CP24, aggiungendo che con le poche settimane rimaste prima delle elezioni potrebbe essere difficile, per chi è indietro, recuperare terreno. Ma è anche vero che finora ci sono stati pochi dibattiti e secondo alcuni osservatori politici vedere i candidati che si scontrano l’uno contro l’altro potrebbe essere un’opportunità per alcuni di guadagnare un po’ di slancio. E c’è anche chi suggerisce che alcuni candidati preferiscono, probabilmente, tenersi gli “assi nella manica” per gli ultimi giorni della campagna elettorale.

Chi, fra i candidati, potrebbe guadagnare punti preziosi nei prossimi giorni è Mark Saunders, ex capo della Polizia di Toronto, dopo l’endorsement del premier dell’Ontario, Doug Ford. Pur non facendo il suo nome, venerdì Ford ha dichiarato che “abbiamo bisogno di qualcuno che abbia esperienza nell’affrontare il crimine. Qualcuno che abbia effettivamente gestito un certo numero di dipendenti”. E poi, lanciando una “frecciata” ad alcuni dei principali rivali di Saunders, in particolare chi ha rivestito o riveste il ruolo di consigliere comunale – Ana Bailão, Olivia Chow, Brad Bradford e Josh Matlow – , ha aggiunto: “Abbiamo bisogno di qualcuno che conosca tutta Toronto, non un piccolo rione che hanno rappresentato, ma tutta Toronto”.

Stizzita, ovviamente, la reazione degli altri candidati che hanno definito “inappropriato” che il premier prenda posizione in un’elezione del sindaco. La portavoce di Ford, Caitlin Clark, ha replicato: “Il premier ha detto che lavorerà con chiunque ed è quello che intende fare”. Ma è evidente che, avendo recentemente attribuito al sindaco di Toronto i super-poteri che gli consentono di governare con l’appoggio di un numero esiguo (otto) di consiglieri, Ford preferirebbe una persona di fiducia. Perché il rischio è che quei super-poteri gli si ritorcano contro.

Foto da https://www.toronto.ca/city-government/elections/by-election

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