Canada

Soldi dal PCC cinese
a 11 candidati canadesi

TORONTO – Funzionari dell’intelligence canadese hanno avvertito il primo ministro Justin Trudeau che la Cina avrebbe preso di mira il Canada con una vasta campagna di interferenza straniera, che include anche il finanziamento di una rete clandestina di almeno undici candidati federali in corsa alle elezioni del 2019: a darne notizia, ieri, Global News, con un articolo del giornalista investigativo Sam Cooper pubblicato sul sito dell’agenzia di stampa. Le accuse – consegnate al primo ministro ed a diversi membri del governo per la prima volta a gennaio – includono vari esempi degli sforzi di Pechino per promuovere la sua influenza e, a sua volta, “sovvertire” il processo democratico del Canada, come hanno affermato le fonti.

Sulla base delle recenti informazioni del Canadian Security Intelligence Service (CSIS), tali sforzi comprenderebbero pagamenti tramite intermediari a candidati affiliati al Partito Comunista Cinese (PCC) che avrebbe collocato i suoi agenti negli uffici dei parlamentari canadesi al fine di influenzare la politica, cercando di co-optare e corrompere ex funzionari per ottenere influenza a Ottawa e di organizzare campagne aggressive per “punire” i politici canadesi che la Repubblica Popolare Cinese (RPC) considera una minaccia ai propri interessi.

Il CSIS ha riferito a Global News di non poter rispondere ad alcune domande ma ha confermato di aver identificato l’interferenza straniera della RPC in Canada, che può includere – appunto – anche finanziamenti segreti per influenzare i risultati elettorali.

I candidati in questione non sarebbero stati individuati ma la presunta rete di interferenza elettorale includerebbe membri sia del Partito Liberale che di quello Conservatore.

Sempre secondo quanto ha confermato il CSIS, il Consolato Cinese di Toronto avrebbe diretto un ingente trasferimento clandestino di fondi ad una rete di almeno undici candidati alle elezioni federali e numerosi agenti di Pechino che hanno lavorato come membri dello staff della loro campagna. Tali fondi sarebbero stati trasferiti attraverso un MPP provinciale dell’Ontario e lo staff di un candidato alle elezioni federali. Fonti separate hanno inoltre affermato che un gruppo del PCC, in qualità di intermediario, avrebbe trasferito circa $ 250.000.

La Cina conduce più interferenze straniere di qualsiasi altra Nazione e le minacce di interferenza al Canada sono aumentate nel 2015 quando il presidente cinese Xi Jinping ha elevato le cosiddette reti di influenza del PCC all’estero.

L’ufficio del primo ministro Justinh Trudeau non ha risposto direttamente alle domande di Global News e non ha confermato (né smentito) se Trudeau sia stato informato o meno dei presunti finanziamenti cinesi segreti. E non ha risposto nemmeno alla sulla necessità di regole federali più rigide contro l’influenza straniera sulla politica canadese. “Proteggere la sicurezza dei canadesi è la nostra massima priorità. Minacce, molestie o intimidazioni nei confronti dei cittadini canadesi sono inaccettabili e tutte le accuse di interferenza sono indagate a fondo dalle nostre agenzie di sicurezza”, si è limitato a riferire l’ufficio del primo ministro, aggiungendo “man mano che le minacce si evolvono, anche i metodi utilizzati per affrontarle devono evolversi. Ecco perché il primo ministro ha conferito al ministro della Pubblica Sicurezza il mandato di migliorare la collaborazione tra le agenzie di sicurezza canadesi”.

Dan Stanton, un ex ufficiale del CSIS che studia l’interferenza cinese, ha detto a Global News che il CSIS beneficia, dall’11 Settembre 2001, delle leggi antiterrorismo modernizzate che hanno consentito al servizio stesso di mitigare la pianificazione del terrorismo e le reti di finanziamento dall’11 settembre, ma le leggi canadesi sullo spionaggio sono bloccate nell’era della Guerra Fredda.

Nell’aprile 2021, un disegno di legge richiedeva l’istituzione un registro delle influenze straniere, ma non è mai stato approvato: a scriverlo era stato Kenny Chiu, deputato conservatore che è stato successivamente preso di mira dalla rete di interferenza elettorale del PCC. Chiu afferma che la sua legge avrebbe obbligato chiunque lavorasse per regimi ostili, come Russia, Iran e Cina, a dichiarare i propri interessi e questa trasparenza avrebbe protetto la democrazia canadese. Per questa sua iniziativa, Chiu sarebbe stato perseguitato dagli agenti cinesi che lo avrebbero diffamato come razzista nei resoconti dei media in WeChat e in Mandarino. “Prima delle elezioni, i media in lingua cinese mi hanno riservato un trattamento di distanza e durante la campagna le persone mi chiudevano la porta in faccia”, ha detto Chiu.

L’interferenza sul suolo canadese sarebbe orchestrata dal potente Dipartimento del Lavoro del Fronte Unito del PCC, che mobilita vasti settori della società all’estero per raggiungere gli obiettivi del Partito Comunista Cinese: le operazioni del Fronte Unito possono infatti includere politici, media, imprese, gruppi di studenti e comunità e mirano a consolidare il sostegno alla politica del PCC ed a prendere di mira i critici verso tale politica.

Diversi candidati federali delle elezioni del 2019 si sono incontrati con i funzionari del Fronte Unito con sede in Cina, afferma l’intelligence che però non ha identificato quei politici. Sebbene il Fronte Unito non sia di per sé un’agenzia di spionaggio, le sue reti in Canada faciliterebbero le operazioni di interferenza.

Il Consolato Cinese di Toronto ed i funzionari cinesi a Ottawa non hanno risposto alle domande di Global News.

Nella foto in alto, il Consolato Cinese a Toronto in St. George Street (foto da Google Maps)

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